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Tensione al confine tra Francia e Italia sui migranti: scontri tra centri sociali e gendarmeria

Tensione al confine tra Francia e Italia, dove una manifestazione dei No Tav e della “rete di solidarietà” è stata fermata dalla gendarmerie d’oltralpe. Il corteo, partito dalla vicina Claviere, ultimo comune in territorio italiano, era stato organizzato in risposta all’iniziativa degli estremisti di destra contro il transito dei profughi.
A cura di Ida Artiaco
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Scontri al confine tra Francia e Italia (Twitter).
Scontri al confine tra Francia e Italia (Twitter).

Ancora tensione al confine tra Francia e Italia, dove nel pomeriggio di domenica 22 aprile, si sono verificati scontri tra No Tav, centri sociali, migranti e polizia d'oltralpe dall'altro nei pressi di Monginevro, dopo che i primi hanno varcato la linea di frontiera, superando i blocchi organizzati dalla Gendarmerie. Il corteo, partito dalla vicina Claviere, ultimo comune in territorio italiano, e formato da circa 400 attivisti, si è trovato la strada sbarrata dal cordone delle forze dell'ordine francesi. La marcia era stata organizzata dopo l'iniziativa degli estremisti di destra che ieri avevano sistemato reti da cantiere di plastica a sei chilometri dal confine come barriera contro il transito di profughi. Gli appartenenti al gruppo Generation identitaire hanno lasciato Nevache da qualche ora. Gli agenti francesi hanno cercato senza successo di fermare alcune persone ma l'operazione è stata ostacolata dagli altri manifestanti, poco più di un centinaio partiti questa mattina da Claviere.

"Andiamo a liberare il confine", aveva annunciato stamattina il movimento No Tav della Valle di Susa e la "rete di solidarietà" Briser les frontieres. Gli attivisti si sono dati appuntamento alle 12.30 a Claviere, nella chiesa dove da settimane i volontari danno assistenza ai migranti di passaggio, per poi partire alla volta di Nevache. "Un gruppo di neonazisti francesi e italiani – ha continuato il movimento No Tav in una nota – presidia il Colle della Scala. Tutto questo è inaccettabile ed è urgente dare una prima risposta, senza attendere. Le nostre valli ci appartengono e non possiamo lasciare dei fascisti nella libertà di circolare a pochi giorni dal 25 aprile. I partigiani che su queste montagne hanno dato tutto, anche la vita, si rivoltano nella tomba".

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