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Taranto, il vento copre le case di polveri dell’Ilva. Vietato uscire di casa

Una coltre di fumo nero ha coperto ieri la città di Taranto. L’Arpa, Agenzia Regionale Protezione Ambiente, ha invitato i cittadini a rimanere in casa, chiudere le finestre e limitare le attività fisiche all’aperto.
A cura di Davide Falcioni
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L'Agenzia Regionale Protezione Ambiente della puglia l'aveva annunciato dando l'allarme con giorni di preavviso: il "Wind Day", cioè una giornata con fortissimi venti da nord, avrebbe alzato fumi e polveri dell'acciaieria Ilva sul rione Tamburi di Taranto e sul resto della città. Le indicazioni dell'ARPA erano quelle di rimanere in casa, chiudere le finestre e limitare le attività fisiche all'aperto, dal momento che quando la situazione è quella descritta i rischi per la salute aumentano significativamente. Malgrado il preavviso l'effetto delle raffiche di vento ha sorpreso sia operai del siderurgico che i cittadini e sono stati in molti a fotografare il cielo e postare sui social le immagini della coltre di emissioni e minerali, diventata una nebbia rossastra lungo le strade del rione confinante con la fabbrica.

WWF e Regione Puglia attaccano il governo

Una vera e propria "cappa" visibile a chilometri di distanza, che ha avvolto ciminiere, case e scuole in un manto spettrale e in un'area di diversi chilometri. "Restiamo in attesa di una reale presa di posizione del governo su quello che succede a Taranto – ha dichiarato Fabio Millarte, presidente del Wwf – e siamo stanchi di sentirci dire che tutto va bene. Nello stesso giorno abbiamo avuto un grave incendio al treno nastri e un ‘Wind day' fra i più imponenti mai visti. Speriamo che la mediazione del sindaco possa aprire gli occhi al governo e ai suoi mediocri esponenti". "La nostra posizione in merito è sempre la stessa – aggiunge Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – perché restano da attuare misure urgenti come la riduzione drastica delle produzioni. A ciò si aggiunge l'improcrastinabile copertura dei parchi minerali".

Anche Michele Emiliano – governatore della Puglia – attacca: "Quei parchi minerari avrebbero dovuto essere coperti già da anni eppure si chiede da parte degli acquirenti Ilva una proroga per l’adozione di questa prescrizione indispensabile per salvare vite umane. Ma nessuno si preoccupa. Meno che mai il governo ed il Ministro Calenda, che addirittura non vuole la Regione Puglia ed il Comune di Taranto al tavolo Ilva per ricattare i lavoratori facendogli accettare esuberi e veleni senza il supporto della loro Regione e del loro Comune".

Giovanni Lipolis, operaio Ilva e segretario del circolo Peppino Impastato di Rifondazione comunista, ha attaccato: "Le immagini che sono giunte dal rione Tamburi sembrano surreali ma purtroppo rappresentano la realtà. Dal 2012 si sono persi inutilmente cinque anni cercando soluzioni alternative alla copertura dei parchi minerali che non soltanto si sono mostrate inutili ma che, come i fog cannon, hanno solo aumentato l'inquinamento acustico. È necessario accelerare la copertura dei parchi minerali, perché i tempi richiesti dalla proprietà Mittal sono troppo lunghi. Nella proposta d'acquisto di Arvedi la misura era prevista già per il 2018, ma per il governo il prezzo di acquisto dell'Ilva era più importante della salute dei cittadini".

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