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Taranto, cozze contaminate da diossina rubate e vendute in tutta Italia. Seri pericoli per la salute

Le cozze venivano rubate e messe in commercio senza la necessaria procedura di decontaminazione. Nella loro nota i carabinieri hanno definito “inestimabile” il danno alla salute pubblica procurato.
A cura di Davide Falcioni
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Cozze allevate nelle acque del mare di Taranto, una delle città più inquinate d'Europa a causa della presenza dell'Ilva, venivano rubate e messe in vendita prima ancora di essere depurate: in commercio sono finiti quintali di prodotti ittici con alti tassi di diossina e di conseguenza molto pericolosi per la salute. Sette persone sono state arrestate nella notte (due sono state condotte in carcere e cinque ai domiciliari), nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione marittima di Bari: sono accusate, in concorso tra loro, di reati che vanno dal furto e ricettazione al commercio di sostanze alimentari altamente tossiche, grazie ad un sistema di contraffazione dell’etichettatura.

L'inchiesta è scattata dopo una serie di denunce di mitilicoltori, vittime di ingenti furti di prodotti ittici: le indagini hanno portato alla scoperta di un autentico “mercato parallelo” di prodotti contaminati chimicamente e biologicamente che, immessi nella filiera tramite la contraffazione della tracciabilità, venivano spacciati come prodotti di alta qualità. In realtà si trattava di merce pericolosissima per la salute pubblica.

I carabinieri hanno accertato l’esistenza di una organizzazione criminale che, sistematicamente, rubava cozze e vongole per poi venderle ad “acquirenti di fiducia locali” (che a loro volta li commercializzavano nei banchetti presenti sulle strade tarantine) ma anche a grandi centri di spedizione, ricavandone sostanziosi guadagni derivanti dall'inesistente costo di produzione e acquisto.

Il sistema messo in campo dai sette arrestati consentiva loro di aggirare  le rigorose norme sanitarie in materia che prevedono lunghi ed accurati cicli depurativi dei mitili finalizzati ad abbattere la contaminazione batterica ed livelli di PCB e diossine. Nella loro nota i carabinieri hanno definito "inestimabile" il danno alla salute pubblica procurato.

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