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Taranto, al museo archeologico la mostra su Kurt Cobain e i Nirvana mai visti

Gli scatti di Michael Lavine e Charles Peterson celebrano i Nirvana e il grunge. Nell’ambito del Medimex, da giovedì 8 giugno al Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA, arriva la mostra “Kurt Cobain & Il Grunge: Storia di una Rivoluzione”. Una esposizione in 80 scatti per celebrare il mito.
A cura di Redazione Cultura
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Gli scatti di Michael Lavine e Charles Peterson celebrano i Nirvana e il grunge. Nell'ambito del Medimex pugliese, da giovedì 8 giugno al Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA, arriva la mostra “Kurt Cobain & Il Grunge: Storia di una Rivoluzione. Fotografie di Michael Lavine e Charles Peterson”. Dunque, il più importante museo al mondo sulla civiltà magno-greca apre le porte alle testimonianze di un recente passato musicale e costruisce un ponte ideale tra la capitale del Grunge, Seattle, e la città dei due mari, dove nel 1989 transitarono quasi in sordina – per un concerto oggi considerato un evento postumo – i Soundgarden, una delle band rappresentative di quella scena musicale, che la mostra racconta intorno alle immagini dei Nirvana.

La mostra, a cura di ONO arte contemporanea, comprende settantotto foto esposte in due sezioni: da un lato trentotto immagini colte da Charles Peterson, che si concentrano sulla storia della nascita dei Nirvana, i concerti live e la scena Grunge, dall’altro quaranta scatti di Michael Lavine estratti da servizi posati e immagini per le riviste. Le foto inedite sono equamente suddivise, tre per ognuno dei due autori. Tuttavia, la mostra ripercorre non solo la storia dei Nirvana, dai suoi albori fino alla al successo globale, dai primi concerti indie fino alla consacrazione con l’aiuto di MTV, che trasmette on-repeat i primi video del gruppo, portandoli in ogni angolo del mondo. «Kurt Cobain & Il Grunge» ripercorre anche le tappe della scena musicale di Seattle, dove negli anni Ottanta l’ormai famosa etichetta indipendente Sub Pop stava dando visibilità non solo ai Nirvana ma anche ai Mudhoney e, per l’appunto, ai Soundgarden.

Attraverso la storia di una band di successo, la mostra si allarga, infatti, ad un’analisi socio-politica dell’America della fine degli anni ‘80, dalla crisi dell’edonismo reaganiano e del sogno americano della periferia, fino alla fine della Guerra Fredda e il sorgere di nuovi attori economici tipici della New Economy come Microsoft e Starbucks, nati proprio in quella  stessa Seattle dalla quale provenivano i Nirvana. Ed è in questo contesto che viene inserita, con gli scatti di Lavine e Peterson, la vicenda umana di Cobain, nato e cresciuto in una famiglia spaccata e senza più punti di riferimento e diventato cantore di una generazione di sconfitti.

Michael Lavine, celebre fotografo pubblicitario che negli ultimi venticinque anni ha realizzato alcune delle fotografie più iconiche del mondo dello spettacolo assieme ad alcune delle più famose copertine di dischi, e che ha realizzato alcuni dei ritratti più famosi di Kurt Cobain, immortala i Nirvana in studio in quattro diversi momenti, dai mesi della loro prima formazione, quando al posto di Dave Grohl alla batteria c’era ancora Chad Channing, fino agli anni del successo mondiale, quando accanto al leader della band c’era la moglie Courtney Love: scatti che sono diventai simbolo di un’era.

Se da un lato le immagini di Lavine fissano nell’immaginario collettivo i momenti più importanti delle band, quelle di Peterson ne documentano passo dopo passo la carriera, dalla formazione ai primi concerti in locali malfamati e campus universitari, ai palchi internazionali, fino ad arrivare agli ultimi mesi di vita di Kurt Cobain, ritratto in immagini intime che pienamente mostrano come il peso del successo avesse provato il giovane artista.

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