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Tap, perquisizioni e sequestri in uffici e laboratori di analisi: si indaga su inquinamento

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno effettuato perquisizioni in svariate sedi legali ed operative del gruppo Tap che si occupa del contestato gasdotto proveniente dall’Azerbaigian e sequestrato corposo materiale relativo ai livelli di inquinamento nell’area dei cantieri. La svolta dopo che Arpa Puglia ha riscontrato il superamento dei imiti per alcune sostanze pericolose nei terreni.
A cura di Antonio Palma
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Raffica di perquisizioni e sequestri nelle scorse in uffici e cantieri in tutta Italia della società Trans Adriatic Pipeline Spa (Tap) e nei laboratori di analisi utilizzati dalla multinazionale per effettuare le indagini ambientali sui vari cantieri dell’opera. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, insieme ai colleghi dello stesso nucleo di Roma e Milano e del comando provinciale della città pugliese, si sono presentati nelle le sedi legali ed operative del gruppo che deve costruire lo sbocco in Salento del contestato gasdotto proveniente dall'Azerbaigian e sequestrato, per ordine della Procura della Repubblica di Lecce, migliaia di documenti inerenti proprio i livelli di inquinamento nell'area dei cantieri. Il decreto di perquisizione è stato firmato dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori nell'ambito del procedimento penale sulla realizzazione del gasdotto per il quale risultano indagate tre persone: R.C., 58 anni, E.M.M., 72, L.G.P., 55.

Nel mirino degli inquirenti in particolare il possibile inquinamento delle falde acquifere della zona Melendugno, sulla cui costa è previsto l'approdo del gasdotto. Per questo i carabinieri si son presentati anche a Villafranca, in provincia di Padova, dove è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali su vari cantieri dell'opera. Sotto sequestro in particolare sono finiti tutti i rapporti di prova, analisi e altri documenti dal novembre 2017 a oggi collegati ai campionamenti effettuati sulle acque di falda sottostanti il cantiere Tap. Nella zona, in località San Basilio di Melendugno, le indagini condotte dal Noe e dall'Arpa Puglia infatti hanno riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione (Csc) di alcuni parametri tra cui il cromo esavalente.

Intanto restano bloccati i lavori al cantiere della Tap. Lo ha deciso il Tar del Lazio pronunciandosi sull'impugnazione che il Consorzio aveva prodotto per l'annullamento, previa sospensiva cautelare, dell'ordinanza del 24 luglio 2018 con cui il sindaco di Melendugno , aveva vietato "l'emungimento di acqua da pozzi nell'area cantiere Tap" proprio per il superamento dei imiti per alcune sostanze pericolose riscontrato dalle analisi dell'Arpa

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