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Tap, nuove barricate degli attivisti dopo l’ok del Tar all’espianto degli ulivi

Gli attivisti No Tap hanno eretto barricate all’indomani della decisione del Tar del Lazio di riprendere con l’espianto degli ulivi per la realizzazione del gasdotto Tap.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani della sentenza del Tar del Lazio, che ha dato il via libera alle operazioni di espianto degli ulivi nella zona dove arriverà il gasdotto Tap, respingendo in questo modo il ricorso della Regione Puglia, gli attivisti che si oppongono all'opera sono tornati a erigere barricate a Melendugno, chiarendo così che la protesa contro l'opera è ben lungi dall'essere terminata. In circa 300 sono presenti sul posto e nella notte hanno eretto ancora delle barricate.

Due settimane fa, la prima decisione del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio aveva fatto gridare vittoria agli attivisti anti-Tap, protagonisti da tempo delle proteste in Salento. Nella giornata di ieri, tuttavia, è arrivata quella che a tutti gli effetti sembra una retromarcia da parte dei giudici, che hanno bocciato il ricorso presentato dalla Regione Puglia e dato l'ok all'espianto di 211 ulivi, operazione necessaria affinché gli scavi possano ripartire. La battaglia però è tutt'altro che finita: "Andremo avanti in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all'iter decisionale", ha detto il governatore Michele Emiliano, impegnato nelle primarie Pd. "E' ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d'Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d'Italia".

Per il Tar, invece, il Tap è un'opera "dichiarata infrastruttura strategica, di preminente interesse per lo Stato". Quindi, è il Ministero dell'Ambiente il "titolare di una facoltà di controllo, in ordine al rispetto di quanto previsto nel decreto Via" sulla valutazione di impatto ambientale. E' questa la ragione principale per cui il tribunale ha respinto il ricorso della Regione Puglia. "La verifica finale di ottemperanza alle prescrizioni contenute" nel decreto ministeriale del 2014 che ha "definito positivamente la valutazione di impatto ambientale" compete al Ministero dell'Ambiente, si legge infatti nella sentenza, da poco visibile sul sito della giustizia amministrativa.

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