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Tap, blitz nella notte: trasportati 11 ulivi, poliziotti spostano di peso i manifestanti

Blitz delle forze dell’ordine a Melendugno durante la notte per consentire lo spostamento di alcuni ulivi espiantati dal cantiere del gasdotto Tap fino al sito di stoccaggio della Masseria del Capitano. Circa duecento attivisti hanno cercato di bloccare il passaggio dei camion.
A cura di Susanna Picone
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Intorno all’1.30 di questa notte decine di poliziotti in assetto antisommossa sono intervenuti con un nuovo blitz per permettere che nell'area di approdo del gasdotto Tap, a Melendugno (Lecce), si svolgessero le operazioni di trasporto di 11 ulivi dalla sede della società di vigilanza Alma Roma al centro di stoccaggio temporaneo di Masseria del Capitano, tra Melendugno e Vernole. Gli attivisti No Tap sapevano dell'imminente intervento dei poliziotti e circa duecento persone si sono fatte trovare sedute per strada, dove intonando cori ed esponendo striscioni, hanno bloccato l'ingresso dei mezzi di Tap che trasportavano gli ulivi. Così i poliziotti intervenuti sul posto sono stati costretti a spostare di peso i manifestanti che si opponevano al passaggio dei camion. Gli attivisti del Comitato No Tap si erano dati appuntamento via Facebook per la protesta. “Questa notte – si legge in un post – alle 2.00 festa grande, 400 invitati e 11 alberi da spostare. Le strade saranno bloccate, nella foto il tragitto. Tutti invitati, vietato mancare!”.

Protesta pacifica, non ci sono stati scontri – “Eravamo pronti, sapevamo sarebbe accaduto”: così Gianluca Maggiore, portavoce del movimento No Tap, ha raccontato quanto accaduto durante la notte quando sono stati portati via gli ulivi. “Non ci sono stati scontri, la nostra è una protesta come sempre pacifica”, ha aggiunto. Gli 11 ulivi sono piante eradicate nell'area di cantiere di San Basilio, a San Foca, il primo aprile e provvisoriamente depositate lì dove sono state prelevate, per via della protesta messa in atto dalla popolazione per strada. Lo spostamento degli ulivi si è reso necessario per la realizzazione di una serra, indispensabile per la sopravvivenza delle piante, e per metterle al riparo da eventuali aggressioni di fitopatogeni, affinché possano essere nuovamente trapiantate dove poi sorgerà il microtunnel del gasdotto.

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