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Tagli alla Camera: i deputati vogliono un ufficio ciascuno, no agli open space

Dopo i tagli e l’addio a Palazzo Marini i capigruppo dicono no agli open space per i deputati, si cercano altri uffici.
A cura di Antonio Palma
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I deputati italiani dicono no agli open space per gli uffici della Camera dei deputati perché vogliono continuare ad avere a disposizione un ufficio ciascuno a Montecitorio. È quanto emerge dalle consultazioni interne della Camera dopo i necessari tagli al budget del Parlamento previsti dalla spending review. Come spiegato dalla relazione che il questore Stefano Dambruoso di Scelta Civica ha tenuto all'ufficio di presidenza di Montecitorio su un suo incontro con i capigruppo relativo ai nuovi spazi per i deputati, in effetti l'intenzione degli onorevoli è quella di non cedere su questo punto. Le trattative comunque proseguiranno e il tema sarà oggetto di una riunione apposita nei prossimi giorni. Il problema degli spazi per gli uffici dei deputati della Camera è sorto in seguito alla scelta di non rinnovare i costosissimi contratti di locazione di Palazzo Marini dove si trovano fino alla fine dell'anno gli uffici di 405 deputati.

Open space per i deputati solo se temporaneo

Per il momento la soluzione appare lontana visto che i capigruppo in maniera unanime hanno spiegato di ritenere possibile la soluzione dell'open space per i deputati a patto che sia solo una soluzione transitoria. Nei prossimi giorni sul tema si svolgerà un Ufficio di Presidenza specifico per cercare di trovare uffici alternativi e sopratutto meno costosi dei precedenti.  I deputati infatti a fine anno dovranno sloggiare ma con loro anche tutti gli altri servizi ospitati nel palazzo. Il problema in effetti riguarda anche altri servizi che venivano ospitati in quello stabile, come ad esempio la mensa.

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