Super indennizzo per i licenziamenti disciplinari, l’idea del Governo
Da settimane ornai il dibattito politico italiano si è concentrato sulla nuova riforma del lavoro voluta dal Premier Renzi e in particolare attorno all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e al diritto di licenziamento da parte dei datori. Per cercare un punto di unione tra le posizioni, in particolare tra quelle del Partito Democratico e del Nuovo Centrodestr, il governo ora sta pensando ad una sorta di super indennizzo per i licenziamenti disciplinari. Come spiega Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera, infatti, sarebbe proprio questa la soluzione a cui stanno lavorando da tempo i tecnici di Palazzo Chigi. Se la modifica andrà in porto verrebbe rivoluzionata la normativa attuale sui licenziamenti che prevede in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo dal magistrato, il reintegro automatico del lavoratore. In sostanza con la modifica del governo il reintegro sarebbe solo possibile e non più obbligatorio.
Indennizzo maggiorato rispetto a quello standard
L'ipotesi allo studio dell'Esecutivo prevede che sia il datore di lavoro a decidere se optare per il reintegro o per l'indennizzo anche se il lavoratore non è d’accordo. In questo caso però l'indennizzo sarebbe maggiorato rispetto a quello standard e aumenterebbe con l’anzianità di servizio del dipendente, in base al principio delle tutele crescenti che regge tutto l'impianto del Jobs Act. In sostanza il reintegro sarebbe comunque possibile, come chiesto dal Pd, ma rimane una soluzione alternativa all’indennizzo voluto dal Ncd. Come potrebbe essere introdotta la novità per il momento non è stato deciso, ma l'intenzione pare quella di agire attraverso le norme attuative, da emanare una volta approvato il Jobs act.
