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Sua moglie è stata uccisa dai terroristi a Parigi: “Ma non avrete mai il mio odio”

La toccante lettera scritta da Antoine Leiris: “Non avrete il mio odio. Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio”.
A cura di Davide Falcioni
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Vivere nella paura e nell'odio sarebbe la più grande vittoria per i terroristi. Ne è convinto anche Antoine Leiris, un uomo a cui gli attentati di venerdì a Parigi hanno strappato via la moglie. Anzi, come dice lui, la "compagna della sua vita". Antoine è un giornalista di France Bleu e, in una toccante lettera aperta pubblicata sul suo profilo Facebook, ha avuto la meglio sul dolore che lo stava sopraffacendo ed ha rivendicato il suo diritto di non vivere in una gabbia di paura, di non darla vista a chi ha arbitrariamente messo fine alle vite di 130 persone innocenti.

"Non avrete il mio odio. Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.

L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio".

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