Stupro di gruppo a Trieste: la vittima è una disabile, i presunti violentatori due 60enni
Una disabile sarebbe stata violentata lo scorso giugno da due uomini di circa sessanta anni a Trieste. A riportare la drammatica vicenda è il quotidiano locale Il Piccolo, che spiega come si è arrivati ad accusare S.S., 62 anni, ed E.F., 61. La presunta vittima viene descritta come una persona ritenuta “particolarmente problematica” al punto che, proprio per le sue condizioni, non è stata in grado di raccontare e denunciare quanto subito. A far scattare le indagini è stato infatti un infermiere del Centro di salute mentale di Domio, che il 5 giugno scorso aveva visto la donna in compagnia di due uomini che la stavano strattonando, spingendo e portando in un appartamento a Borgo San Sergio. Successivamente è arrivata la conferma dal pronto soccorso del Burlo. A quel punto, con grande difficoltà, la vittima avrebbe raccontato di essere stata trattenuta a terra, in quella circostanza, da più individui. Uno di questi le dava dei colpi alla schiena mentre l’altro, tenendola ferma, abusava di lei. Successivamente sarebbe stata violentata anche dall’altro uomo. Un incubo durato poche decine di minuti.
I due uomini accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali – I due presunti violentatori, al momento liberi, sono accusati dal pm Matteo Tripani di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali. A loro sono arrivati i carabinieri dopo aver interrogato l’operatore che li aveva visti con la disabile. Ieri mattina il pm ha disposto quella che potrebbe essere la prova regina: la comparazione dei Dna della vittima e dei presunti violentatori. Uno dei due uomini accusati dello stupro è un personaggio già noto alle cronache. Tra i suoi precedenti anche un episodio registrato lo scorso 6 giugno, cioè il giorno seguente al presunto stupro di Trieste. In quella occasione E.F. aveva notato una donna sola in stazione intenta ad acquistare un biglietto alle macchinette elettroniche e aveva provato a rubarle il denaro che teneva in mano. Poi l’aveva palpeggiata e inseguita.