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Stuprarono alcune prostitute in caserma: condannati tre poliziotti di Roma

Tre agenti della Polfer di Roma sono stati condannati a 6 anni di reclusione e allontanati dalla polizia per aver stuprato delle prostitute nei bagni del commissariato.
A cura di Davide Falcioni
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Tre agenti della Polizia Ferroviaria sono stati condannati a sei anni di reclusione ciascuno dall'ottava sezione penale del Tribunale di Roma, che ne ha anche disposto il risarcimento dei danni alle vittime, l'interdizione dai pubblici uffici e l'allontanamento dalla polizia. I tre agenti hanno costretto delle prostitute straniere ad avere rapporti sessuali: se si fossero rifiutate, per le donne sarebbe scattato un provvedimento di espulsione dall'Italia. I tre uomini della Polfer si chiamano Andrea Grifoni, Giorgio Campanari e Stefano Fortini: prestavano servizio presso la stazione Ostiense della Capitale quando – nel 2003 – si verificarono i fatti. Nel capo di imputazione si legge: "Abusando dei loro poteri e delle loro qualità -costringevano alcune prostitute romene, una delle quali minorenne, che frequentavano via Cristoforo Colombo ad avere rapporti sessuali con loro negli uffici della polizia". Nella vicenda è coinvolto anche un altro poliziotto che, tuttavia, optando per il rito abbreviato è stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione.

Una della prostitute protagoniste della squallida storia è stata intervistata da Messaggero. Si chiama Cristina, oggi ha cambiato vita e si è sposata con un operaio italiano. "Quando mi sono ritrovata in balìa di quei poliziotti, chiusa in un bagno, all'interno di un commissariato avevo appena compiuto 18 anni. Sapevo di non poter gridare, capivo che non avevo scampo. Ho pregato solo che finisse tutto presto. Mi hanno scelto perché ero la più bella, così mi dissero. La mia amica, appena sedici anni, venne solo spogliata e palpeggiata". La donna spiega: "Mi dissero ‘Non hai nemmeno il permesso di soggiorno. Non rischiare il peggio'. Così dalla banchina della stazione Ostiense mi sono ritrovata passo dopo passo nei loro uffici e poi in quel gabinetto".

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