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La musica influenza i sapori?

Il cibo non coinvolge un solo senso, ma tutti: oltre al gusto, sicuramente anche la vista, il tatto, l’olfatto. E l’udito? Secondo alcuni studi, l’orecchio avrebbe la capacità di comunicare alle papille gustative influenzando la percezione dei sapori. A ogni ricetta la sua musica, dunque?
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A cura di Ciaopeople Studios
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Perché c’è più gusto ad assaggiare un piatto quando c’è un sottofondo musicale? Una buona colonna sonora non solo può farci divertire, ricordare istanti passati, persone lontane e vicine… ma anche vivere il gusto, pienamente. Allora, anche i sapori si esaltano: il più amato formaggio a fette vive sulle note di un sound nuovo, creato da Skiori e Sope – due emergenti  giovanissimi trapper romani – per le occasioni da… panino con il “Galbanino”. Come succede questa magia?

Un senso che ha bisogno degli altri

Lo sanno anche i bambini: il gusto non è una sensazione a sé – slegato da tutti gli altri sensi del nostro corpo – ma, al contrario, è collegato all’olfatto, al tatto e alla vista. Lo dimostra il fatto che quando si ha il raffreddore, non si riesce a percepire nessun sapore e che quando il piatto alla vista non è invitante, si fa molta fatica ad assaggiarlo. Gli chef si adoperano spesso per una presentazione artistica poiché questa aumenta la percezione del gusto.

Connesso alla vista…

Un esperimento denominato “Insalata Kandisky”, ha dimostrato proprio quanto la visione influenzi i sapori delle pietanze. Sottoponendo diverse persone a insalate composte in modo differente, ma con gli stessi ingredienti di pari qualità, le stesse hanno infatti ritenuto più “gustosa” quella più artistica, quella che si ispirava al Painting 201 dell’artista. Così anche per il tatto: una consistenza particolare e fastidiosa potrebbe rischiare di rovinare il gusto di un piatto buonissimo. Gli inglesi dicono flavour… e questa parola rende bene l’idea di un mix di sensazioni, di sapori e odori uniti in un solo concetto.

…o all’udito?

Ma chi ha mai pensato che anche l’udito e la musica potessero influenzare la gradevolezza di un piatto? Ebbene, sembra che la musica, le note e le sensazioni uditive collaborino nell’elaborazione del gusto – che parte dalle papille gustative e raggiunge il sistema nervoso centrale. Una ricerca dello psicologo Charles Spence e di alcuni ricercatori del Crossmodal Research Laboratory dell’Università di Oxford indaga il legame tra sapori e suoni: sembra sia molto più intenso di quello che si pensi. Non è solo una questione di “atmosfera” – quella che associa più facilmente una musica da camera o classica a un ristorante raffinato o gourmet e la musica pop a una pizzeria – ma molto di più. Sembra che i suoni acuti siano legati alla percezione agrodolce; quelli bassi alla percezione del sapore amaro. In pratica, una caramella mou viene percepita più dolce se il suono di sottofondo è acuto e più amara se il volume della musica è basso. Questo può essere usato nel marketing anche per far percepire maggiormente il gusto di una pietanza: Heston Blumenthal, famoso chef, aveva scoperto che il gusto delle ostriche poteva essere enfatizzato del 30% se il suono di sottofondo era quello “marino”, piuttosto che quello “da fattoria”. Del resto, sappiamo benissimo cosa significa mangiare un piatto di spaghetti allo scoglio o alle vongole su una terrazza sul mare piuttosto che tra le mura di casa.

“Galbanino” ad alto volume

E che sound associare ad un sapore fresco come quello di “Galbanino”? Skiori e Sope, due amici con la passione per la musica che sognano l’universo della trap e dell’underground, ce ne forniscono una spiegazione. La loro musica leggera, spontanea, e positiva ben si accompagna ad un gusto sempre in voga. Per un connubio di sensi pronto a… spaccare.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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