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Studente interrogato a sorpresa rimedia un 3: il voto gli rovina la media, denuncia il professore

Il ragazzo, dopo aver fatto scena muta durante un’interrogazione a sorpresa, ha rimediato un 3 poi ha denunciato il professore di inglese: quel voto, infatti, aveva compromesso una media altissima.
A cura di Davide Falcioni
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Uno studente di un liceo scientifico friulano di 16 anni ha denunciato il suo professore di inglese, "colpevole" di avergli assegnato un voto basso dopo l'ultima interrogazione dell'anno scolastico. La vicenda, risalente alla scorsa primavera, è stata raccontata solo oggi sulle pagine del Messaggero Veneto, che ha omesso sia il nome dell'istituto che le identità dei protagonisti.

Lo studente a poche settimane dall'inizio delle vacanze estive aveva ripetutamente rifiutato l'invito del'insegnante a farsi interrogare per migliorare il suo voto già sufficiente. Il giovane, infatti, aveva voti eccellenti in tutte le materie e a ridosso della fine dell'anno scolastico si era assentato per prendere parte a concorsi e gare di matematica. L'insegnante di inglese, che non voleva esprimere un voto finale inferiore alla media altissima del sedicenne, aveva parlato anche con i suoi compagni affinché lo spronassero a presentarsi come volontario a un'interrogazione.

Di fronte ai numerosi rifiuti del ragazzo a presentarsi come volontario il professore era intervenuto chiamandolo alla lavagna: il giovane, probabilmente per protesta, aveva fatto scena muta, tornando al banco con un tre sul registro e la media finale sporcata da quella "prestazione". Il giovane, però, aveva serbato una vendetta e a luglio aveva querelato l'insegnante, accusandolo "di avergli procurato uno stato di profonda prostrazione e stress, che avrebbe portato anche a disagi di natura fisica, certificati dai referti sanitari firmati dal medico di famiglia".

Il gip Andrea Odoardo Comez, ha tuttavia deciso di archiviare il caso, come richiesto dalla pubblico ministero Elisa Calligaris. I genitori del ragazzo si sono opposti all’archiviazione chiedendo di poter presentare altri documenti sulle condizioni psicofisiche dello studente. La loro battaglia, quindi, potrebbe andare avanti.

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