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Strage di Santhià: Lorenzo Manavella ha torturato le sue vittime prima di ucciderle

Il 24enne ha confessato di aver ucciso i nonni e la zia per procurarsi il denaro per acquistare droga. Prima di ucciderli ha torturato le sue vittime.
A cura di D. F.
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Lorenzo Manavella
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Lorenzo Manavella, il 24enne autore del triplice omicidio a Santhià, in provincia di Vercelli, potrebbe non aver agito da solo e potrebbe aver  orribilmente torturato le sue vittime prima di ucciderle. A renderlo noto – nel giorno dei funerali di Tullio Manavella, Tina Bono e la figlia Patrizia – sono fonti investigative, secondo cui il giovane talento della pallavolo avrebbe seviziato fino alla morte i tre, poi sarebbe fuggito in treno. Il suo obiettivo – e forse quello dei suoi complici – sarebbe stato rapinare i suoi familiari svuotando la cassaforte presente in casa, contenente diverse migliaia di euro. Dopo il delitto Manavella è fuggito in treno fino a Venezia, ma in tasca aveva solo 300 euro. Secondo gli inquirenti il giovane avrebbe torturato i familiari per farsi dire la combinazione della cassaforte: Tullio, ex direttore delle Poste, sarebbe stato colpito con una caraffa, poi con il cassetto di una credenza, infine ucciso a calci. Patrizia Manavella, invece, è stata uccisa a coltellate: "Era sul divano – ha raccontato l'assassino -: non mi ha sentito arrivare. L’ho colpita più volte con un coltello mentre lei chiedeva aiuto. Poi l’ho spostata sul letto e coperta con un lenzuolo”.

Il giovane killer ha confessato di aver agito sotto l'effetto di cocaina e crack, ma di essere rientrato a casa – la notte tyra il 15 e il 16 maggio – con lo scopo di procurarsi dei soldi per acquistarne altra: "Avevo bisogno di prenderne ancora. Tornando, mi sono però accorto di aver chiuso la porta lasciando le chiavi nella toppa: per entrare ho quindi appoggiato una scala alla finestra del piano di sopra e strappato la zanzariera". Appena entrato nell'abitazione si sarebbe accanito nei confronti del nonno. "Gli ho dato dei calci perché rantolava e io non volevo sentirlo rantolare". A quel puntoha ucciso la nonna Pina Bono, 78 anni, invalida, piantandole un coltello nella tempia con una tale forza che è rimasto incastrato.

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