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Strage di Lampedusa, il giudice dice no all’archiviazione: “Indagare su responsabilità comandanti”

In seguito alle intercettazioni diffuse da L’Espresso, il gip di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti dei comandanti Leopoldo Manna e Luca Licciardi, indagati per omissione di soccorso nell’ambito del procedimento relativo alla strage di migranti di Lampedusa dell’ottobre 2013 in cui persero la vita oltre 300 persone.
A cura di Charlotte Matteini
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Prosegue il procedimento di indagine sulle responsabilità del naufragio di Lampedusa, nel quale l'11 ottobre del 2013 persero la vita circa 300 persone. Il gip di Roma, Giovanni Giorgianni, ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti di alcuni indagati per il reato di omissione di soccorso. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni da parte del giornalista Fabrizio Gatti de L'Espresso, intercettazioni nelle quali si evidenziò che cosa accadde in quei momenti concitati e quali conversazioni intercorsero quel giorno tra le centrali operative di Roma, Malta e il comando della nave Libra, la più vicina al luogo della strage alla quale la sala operativa diede ordine di nascondersi dai radar ritardando l'intervento di salvataggio, il giudice ha chiesto alla Procura di formulare l'imputazione coatta per il comandante responsabile della sala operativa della Guardia Costiera, Leopoldo Manna, e per il comandante della sala operativa della squadra navale della Marina, Luca Licciardi.

Per la comandante della nave Libra, Katia Pellegrino, il giudice ha invece richiesto un supplemento d'indagine volto a capire se sussistano eventuali risvolti penali. Il gip ha invece accolto la richiesta di archiviazione per gli altri indagati, l'ammiraglio della Narina Filippo Maria Foffi, in passato comandante in capo della squadra navale, e gli ufficiali  Nicola Giannotta, Clarissa Torturro e Antonio Miniero.

I pm Francesco Scavo e Santina Lionetti avevano formulato la richiesta di archiviazione sulla base di accertamenti dai quali sarebbe emerso che in seguito al naufragio, avvenuto in acque territoriali maltesi, la Marina Italiana, dopo aver ricevuto via telefono la richiesta di Sos da uno dei migranti a bordo dell'imbarcazione, allertò tutte le unità navali e le autorità maltesi, dunque seguì le procedure previste dalle norme internazionali. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, le autorità maltesi assunsero il comando delle operazioni di recupero ed un mezzo aereo localizzò la barca abbandonata dagli scafisti e ormai alla deriva, ma le intercettazioni e le testimonianze contenute nel film di Gatti "Un unico destino" raccolte da Gatti hanno infine messo in crisi queste ricostruzioni, portando il Gip a richiedere l'imputazione coatta.

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