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Pride, Vanadio23: “Indossiamo gli insulti omofobi che ci hanno fatto male per sentirci più forti”

Giugno è il mese dedicato al Pride e si moltiplicano le iniziative della comunità LGBTQIA+: Fanpage.it ha intervistato Andrea Semeghini, artista famoso per l’approccio alla sessualità irriverente e pop, che ha trasformato gli insulti omofobi in creazioni di design.
A cura di Beatrice Manca
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Vanadio23, foto di Bekka Gunther
Vanadio23, foto di Bekka Gunther

Giugno è il mese dedicato al Pride e a Milano si moltiplicano le iniziative, gli incontri e le manifestazioni in vista della grande sfilata del 2 luglio. Domenica 26 è in programma una parata da Piazza Gramsci a via Paolo Sarpi che arriverà nel celebre locale milanese oTTo, culminando in un evento di live painting, musica e danza. Un'occasione per scoprire il lavoro dell'artista Andrea Semeghini, pittore e fondatore di Vanadio23, che per l'occasione ha creato una capsule di accessori, t-shirt e una capsule di ceramiche che affrontano il tema della sessualità in modo irriverente, pop e scanzonato. Parte del ricavato finanzierà i progetti di Gay Help Line, che fornisce assistenza e aiuto alle vittime di omotransfobia. Le creazioni di design mandano un forte messaggio: prendono gli insulti omofobi come "Fr*cio", "L*lla" e "Sfr*nta" per cambiarne il senso, trasformandoli in gioielli da indossare con orgoglio.

Andrea Semeghini
Andrea Semeghini

Le collane di Vanadio23 ribaltano le offese

La parata di domenica, presentata da Valentina Georgia Pegorer, unisce varie forme d'arte: c'è la musica di CHECCORO & The good news FGC, la danza, il dj set di Deer Waves e il design di Vanadio23. Da oTTo, in via Paolo Sarpi, sarà possibile acquistare la capsule collection realizzata per l'evento dall'artista Andrea Semeghini. Il pezzo cult? Le collanine a dadini in stile Cioé con insulti omofobi. Sembra un controsenso: le catenine in cubetti leziosi e colorati recitano parole forti come "Fr*cio", "ricchi*ne", "L*lla": termini che nessuno vorrebbe più sentire. Lo scopo però è cambiarne il senso e l'impatto. "Le mie grafiche non sono di certo adatte a tutti, sono abbastanza forti – spiega l'artista a Fanpage.it – Le collanine sono un modo per riappropriarsi di termini che la comunità LGBT+ ha sempre subito come insulti. Volevo ribaltare le parole che ci hanno fatto male: se sono io il primo a usarle non possono più ferirmi. Se indosso queste parole me ne riapproprio, mi sento più forte e di conseguenza non possono più essere usate per farmi male. Queste collane sono una rivincita nei confronti di un lessico denigratorio, un processo lungo e per niente scontato".

Vanadio23, foto di Bekka Gunther
Vanadio23, foto di Bekka Gunther

Andrea Semeghini lavora da molti anni nella moda come pittore, collaborando con brand come Prada, Loewe, Celine, Off-White. Nel 2017 ha fondato Vanadio23: il suo lavoro vuole raccontare il sesso in maniera gioiosa, in ogni sua declinazione, senza tabù né preconcetti. Nascono così vasi e piatti con figure avvinghiate quasi ellenistiche che si amano in un tripudio di fiori, e ceramiche dipinte con scritte in inglese maccheronico come "Bi Praud" o "Veri veri ghei". La strada verso l'emancipazione sessuale, però, è lunga: "Il sesso è ancora molto tabù: Instagram e TikTok bloccano costantemente i miei contenuti e perfino nella moda si preferisce ‘andare sul sicuro' – conferma il pittore – Io dipingo per vari brand di moda e nessuno mi richiede mai la figura umana, tantomeno il nudo, che poi è quello che più mi interessa dipingere, perché il corpo è il mio punto di investigazione del mondo. Ci sono brand che osano con intelligenza, ma in generale dove girano molti soldi si preferisce non correre rischi: io dipingo solo fiori, in colori pastello per le donne e più scuri per gli uomini".

I piatti di Vanadio23, foto di Bekka Gunther
I piatti di Vanadio23, foto di Bekka Gunther

Il ricavato dell'evento aiuterà le vittime di omotransfobia

Il ricavato del lavoro di Vanadio23 servirà in parte a supportare i progetti di Gay Help Line, un centralino a disposizione di chi subisce discriminazioni e violenze legate all'identità di genere e all'orientamento sessuale. "Grazie a Pietro Turano (attore e vicepresidente di Arcigay, ndr) sono venuto in contatto con Gay Help Line – spiega – e ho deciso di sostenere i loro progetti insiemi ad oTTo. Hanno programmi di supporto, di ascolto e aiuto psicologico e gestiscono un centro di accoglienza, Refuge LGBT". Alessandra Rossi, coordinatrice Gay Help Line, spiega a Fanpage.it com'è nata l'iniziativa. "Andrea ha contattato la nostra associazione e ci è piaciuto subito il fatto che veicolasse un messaggio di inclusione sociale attraverso molti linguaggi artistici. La nostra associazione è romana, ma il nostro servizio di Gay Help Line è presente e attivo in tutta Italia, per noi la rete è un modo per sostenerci fondamentale per andare avanti".

La capsule di Vanadio23 per oTTo, foto di Bekka Gunther
La capsule di Vanadio23 per oTTo, foto di Bekka Gunther

Le donazioni supportano i progetti di ascolto di chi vive una situazione di disagio e isolamento: Gay Help Line fornisce supporto, tutela legale e gestisce tramite Refuge LGBT la prima casa famiglia in Italia che ospita le vittime di violenza familiare, in collaborazione con la Croce Rossa. "Crediamo moltissimo nel potere dei linguaggi e della narrazione – conclude Rossi – siamo stati la prima associazione a fare un murales con un bacio di due donne a Roma, è importante riprendersi gli spazi della comunità, della cittadinanza, per valorizzare le identità e le differenze".  

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