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Standard&Poor’s taglia l’outlook dell’Italia a negativo e boccia l’abolizione della Fornero

La lunga attesa per il verdetto di Standard&Poor’s è finita. A mercati chiusi, l’agenzia di rating ha espresso il proprio giudizio e ha deciso di tagliare l’outlook dell’Italia a negativo. Il verdetto dell’agenzia di rating arriva a qualche giorno di distanza dal declassamento operato da Moody’s.
A cura di Charlotte Matteini
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Anche l'Italia declassata da Standard and Poor's

La lunga attesa per il verdetto di Standard&Poor's è finita. A mercati chiusi, l'agenzia di rating ha espresso il proprio giudizio confermando il rating dell'Italia a BBB ma al contempo  tagliando l'outlook da stabile a negativo.

"A nostro avviso, il piano economico del governo rischia di indebolire la performance di crescita dell'Italia. Il piano rappresenta un'inversione rispetto al precedente consolidamento di bilancio e in parte torna indietro sulla precedente riforma delle pensioni. Il governo italiano ha deciso di annullare in parte la legge Fornero: dato l'importante cambiamento demografico in corso in Italia, la misura del governo, se attuata in pieno, invertirà a nostro avviso i guadagni della precedente riforma e minaccia la sostenibilità di lungo termine dei conti pubblici", spiega Standard & Poor's, sottolineando che stando alle previsioni la crescita dell'Italia si fermerà all'1,1%, ben al di sotto delle aspettative del governo espresse nero su bianco nel Def. In precedenza S&P prevedeva una crescita dell’1,4% per il 2019 e il 2020. L’agenzia ha inoltre sottolineato che il deficit si attesterà nel 2019 al 2,7% del Pil contro il 2,4% del governo.

Durante le registrazioni della puntata di Nemo in onda stasera su Rai2, il vicepremier Luigi Di Maio aveva dichiarato: “Non ho paura del giudizio di Standard & Poor’s. Come ha detto un’altra agenzia di rating, abbiamo una situazione stabile perchè abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea una stabilità economica per il Paese”. Il verdetto di Standard&Poor's arriva dopo settimane di polemiche tra la Commissione europea, la Banca Centrale Europea e il governo italiano in relazione alla bocciatura della legge di bilancio presentata lo scorso 15 ottobre, nonché dopo il declassamento operato dall'agenzia di rating Moody's.

Poche settimane fa, infatti, Moody's ha operato un downgrade di un gradino, facendo scivolare il giudizio sul debito sovrano del Belpaese a Baa3. Nel motivare la propria decisione, Moody’s aveva sostenuto che le cause del declassamento del rating italiano sono imputabili a “un indebolimento della politica fiscale con un deficit di bilancio più alto per i prossimi anni che l’agenzia aveva assunto in precedenza”.

Jeroen Dijsselbloem, ex presidente dell’Eurogruppo, in un editoriale sul quotidiano finanziario olandese Het Financieele Dagblad, in merito alla situazione italiana aveva dichiarato: “Se nulla cambia l’Italia andrà in bancarotta, e chi sarà colpito? Poco gli investitori stranieri, perchè hanno un terzo del debito italiano. Chi pagherà il conto saranno i cittadini italiani, perchè la maggior parte del debito è in mano ad assicurazioni, fondi pensioni e cittadini”.

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