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Australian Open

Medvedev crolla dopo la finale: si presenta in sala stampa e comincia un monologo sofferto

Dopo aver perso la finale degli Australian Open contro Nadal, Daniil Medvedev in conferenza stampa dove ha raccontato la sua storia personale.
A cura di Alessio Morra
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Rafa Nadal ha compiuto un'impresa titanica. Un mese e mezzo fa non sapeva nemmeno se sarebbe stato capace di giocare a tennis, e invece in Australia ci è andato, e dopo aver superato pure il Covid, ha vinto due tornei e conquistando gli Australian Open ha vinto il 21° titolo Slam della carriera, superando così Djokovic e Federer. Nadal ha vinto in cinque set su Medvedev, a cui ha rimontato due set. Rafa viene celebrato in ogni angolo del mondo, mentre lo sconfitto, complimentato dallo spagnolo e dallo stesso Djokovic, ricorderà amaramente e per sempre questa finale, che avrebbe potuto vincere. E dopo la partita in conferenza stampa il giocatore russo ha avuto un piccolo sfogo e ha mostrato tutte le sue fragilità.

Medvedev ha giocato questo torneo con un fortissimo peso sulle spalle, aveva le responsabilità che hanno  i numeri 1, perché la testa di serie principale (Djokovic) era fuori dal torneo, ha faticato abbastanza prima di arrivare in finale, ha perso cinque set e ha allenato un matchpoint nei quarti, e anche nell'ultimo atto ha vissuto la sua personale guerra con il pubblico, che lo ha beccato. Medvedev non è il tipo che si trattiene e non le ha mandate a dire agli spettatori (che hanno esagerato) e all'arbitro.

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Dopo la finale, il russo si è presentato in conferenza stampa e prima di rispondere alle domande dei giornalisti presenti ha fatto un piccolo monologo, con il quale ha voluto far conoscere più di sé e si è voluto anche un po' sfogare, ed ha detto delle frasi che hanno colpito. L'inizio è stato questo:

Sarà una conferenza stampa un po’ diversa perché inizierò con un discorso, non so se corto o lungo. Proverò a mantenerlo breve. Questa è la storia di un ragazzino che sognava grandi cose nel tennis. Quando ho preso in mano una racchetta avevo sei anni: passa veloce il tempo. A 12 anni, mi allenavo, giocavo alcuni tornei in Russia e ovviamente guardavo gli Slam in TV, le grandi star che giocavano, i fan che li supportavano. Sognavo di essere lì.

Medvedev ha raccontato una storia del suo passato, e ha parlato delle sue prime partecipazioni ai tornei dello Slam: "Ho iniziato a giocare alcuni tornei in Europa. Ricordo di aver fatto finale ai Giochi Olimpici giovanili ed è stato bello. Avevamo come un campo centrale, in Turchia: c’erano forse mille, duemila persone. È stato davvero fantastico essere lì. Quelli sono i momenti in cui sogni stadi più grandi. La parte migliore di giocare da junior è partecipare agli Slam, perché è lì che vedi i professionisti. Allo US Open mangi nello stesso ristorante con loro. Ci sono persone che vengono e ti supportano anche se probabilmente non sanno esattamente chi sei. Quello è il momento in cui dici ‘Wow, voglio essere lì negli Slam a giocare contro i migliori del mondo’. Ricordo che quando sono andato agli US Open, ho visto passare John Isner e ho pensato che fosse più grande di quanto non sembrasse dalla televisione".

Poi ha detto una frase che non lascia indifferenti: "Ora parlo solo di pochi momenti in cui il bambino ha smesso di sognare, e oggi era uno di quelli. Non ho intenzione di dire esattamente perché". E ha anche dichiarato che d'ora in poi nella sua vita tennistica cambieranno un po' di cose: "Non penso che sarò in campo fin oltre i trent'anni. Giocherò per me stesso, per la mia famiglia, per provvedere alla mia famiglia, per le persone che si fidano di me e ovviamente per tutti i russi, perché sento sempre il loro sostegno. Se ci sarà un torneo sul cemento a Mosca, prima del Roland Garros o di Wimbledon, ci andrò anche se dovessi rinunciare a Wimbledon, al Roland Garros o ad altro. Il bambino smesso di sognare. Il bambino giocherà per se stesso. Questo è tutto. Questa è la mia storia. Grazie per l’ascolto, ragazzi".

Tecnicamente dice di non avere rimpianti, Nadal ha giocato in modo grandioso e questo gli toglie il rammarico per la finale persa a Melbourne: "Rafa è stato irreale. Mi ha sorpreso come abbia giocato anche dopo quattro ore. Non ha giocato per sei mesi e mi ha detto che non si è potuto allenare moltissimo. Davvero irreale. A livello tennistico non ho molti rimpianti. Continuerò ha fare del mio meglio e anzi, lavorerò ancora più duramente per tentare di vincere uno di questi grandi tornei un giorno".

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