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Cosa rischia Sinner se la Wada fa ricorso per il caso doping: il regolamento sulla squalifica

La WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, ha ancora qualche ora per presentare ricorso al TAS di Losanna contro la sentenza di proscioglimento di Jannik Sinner da parte dell’ITIA nel caso di doping che ha visto il campione azzurro testato positivo nello scorso marzo. Ecco cosa rischia Sinner, fresco vincitore dello US Open, nel peggior scenario possibile: una squalifica retroattiva.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ancora qualche ora e la gioia di Jannik Sinner per la vittoria del suo secondo torneo del Grande Slam in carriera, lo US Open portato a casa dopo l'Australian Open di inizio anno, potrà essere senza più alcuna ombra o retropensiero negativo: alla mezzanotte di oggi, lunedì 9 settembre, scadrà il termine entro il quale la NADO, ma soprattutto la WADA, ovvero le agenzie antidoping italiana e mondiale, potranno fare ricorso al TAS di Losanna contro la decisione dello scorso 19 agosto dell'ITIA. In quella circostanza l'International Tennis Integrity Agency aveva prosciolto completamente – dopo aver affidato la questione ad un tribunale indipendente – il campione azzurro dalla doppia positività al Clostebol riscontrata in due controlli del 10 e 18 marzo. "Totale mancanza di colpe o negligenza" da parte di Sinner, in una vicenda che aveva visto responsabili soltanto preparatore e fisioterapista (Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, poi licenziati), che avevano rispettivamente acquistato e adoperato sul giocatore una pomata contenente il Clostebol, uno steroide anabolizzante.

Il termine per il ricorso della WADA contro la sentenza di assoluzione di Sinner

Data l'abbondante e articolata sentenza dell'ITIA, con pareri medici autorevoli sulla questione che sottolineano non soltanto l'attendibilità della versione fornita da Sinner ma anche l'inutilità dell'eventuale assunzione di Clostebol a scopi dopanti (il quantitativo riscontrato nei due test è meno di un miliardesimo di grammo), un ricorso della WADA entro la mezzanotte di lunedì sembra altamente improbabile, anche perché rappresenterebbe un precedente storico: mai prima l'Agenzia mondiale antidoping ha fatto appello contro sentenze di agenzie indipendenti come l'ITIA, ma solo contro decisioni di assoluzione pronunciate da federazioni internazionali, comitati olimpici nazionali e organizzazioni antidoping nazionali.

L'esultanza di Jannik Sinner durante la finale dello US Open vinta contro Taylor Fritz
L'esultanza di Jannik Sinner durante la finale dello US Open vinta contro Taylor Fritz

Qualora comunque la WADA decida di presentare ricorso last minute, sfruttando tutto il tempo concessole per approntare a sua volta una robusta documentazione, sarebbe il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna a doversi pronunciare sul caso di Sinner. In quel caso è comunque impossibile che la sentenza dell'ITIA venga sconfessata completamente, disegnando uno scenario di assunzione consapevole e volontaria di Clostebol a fini dopanti: la WADA punterebbe ad una dichiarazione di colpa parziale del 23enne altoatesino, che potrebbe tradursi in una squalifica di qualche mese. Lo stop scatterebbe dal momento della positività durante il torneo di Indian Wells con le conseguenze nefaste per Sinner in termini di risultati ottenuti da allora, incluso il titolo vinto allo US Open battendo Fritz.

Cosa rischia Sinner: squalifica retroattiva di qualche mese

Dopo la semifinale persa a Indian Wells, Sinner ha vinto il successivo Masters 1000 di Miami, poi ha fatto semifinale a Monte Carlo, quarti a Madrid, semifinale al Roland Garros, vittoria ad Halle, quarti a Wimbledon, quarti a Montreal, e poi ha piazzato la doppietta Cincinnati-US Open. Una sequela di successi che certificano la continuità mostruosa del bolzanino e che hanno scavato l'attuale vantaggio abissale nella classifica mondiale ATP: addirittura più di 4000 punti sul secondo Zverev (11180 contro 7075). È chiaro che una squalifica retroattiva, con inizio a marzo, potrebbe cancellare parte di questi risultati, arrivando anche allo US Open in caso di stop di 6 mesi. Si parla in primis di trofei che valgono una carriera, come quello vinto a New York, ma anche di una marea di punti per il ranking e di tanti milioni di euro in premi. Tutto cancellato dall'eventuale squalifica di Sinner.

Sinner col trofeo vinto a New York: adesso il suo vantaggio nel ranking ATP è abissale
Sinner col trofeo vinto a New York: adesso il suo vantaggio nel ranking ATP è abissale

Al caso del campione azzurro si applicherebbe l'articolo 9.1 del programma antidoping dell'ITIA ("Squalifica automatica dei risultati individuali"), che recita: "Una violazione delle norme antidoping commessa da un Giocatore in relazione o derivante da un test in gara comporta automaticamente la squalifica dei risultati ottenuti dal Giocatore nella Competizione in questione, con tutte le conseguenze che ne derivano, inclusa la perdita di medaglie, titoli, punti di classifica e premi in denaro ottenuti dal Giocatore in quella Competizione. Inoltre, ulteriori risultati ottenuti dal Giocatore nello stesso Evento o in Eventi successivi possono essere squalificati, in conformità con l'Articolo 10.1 (stesso Evento) e/o l'Articolo 10.10 (Eventi successivi)".

Quest'ultimo articolo, il 10.10 (intitolato "Squalifica dei risultati nelle competizioni successive alla raccolta del Campione o alla commissione di una violazione delle norme antidoping"), recita: "A meno che l'equità non richieda diversamente, oltre alla squalifica dei risultati ai sensi degli Articoli 9.1 e 10.1, tutti gli altri risultati ottenuti dal Giocatore nelle competizioni che si svolgono nel periodo che inizia alla data in cui è stato raccolto il Campione in questione o si è verificata un'altra violazione delle norme antidoping e termina all'inizio di qualsiasi periodo di sospensione provvisoria o di squalifica, saranno squalificati, con tutte le conseguenze che ne derivano, inclusa la perdita di medaglie, titoli, punti di classifica e premi in denaro)".

Il peso del parere del dottor Xavier de la Torre: è favorevole a Sinner

Come detto, il ricorso della WADA non è probabile, anche considerando il fatto che la stessa organizzazione che sovrintende all'antidoping a livello mondiale ha recentemente approvato uno studio che mostra come la positività da Clostebol possa essere per lo più accidentale, una ricerca che porta la firma proprio di uno dei consulenti dell'ITIA nel caso Sinner, il dottor Xavier de la Torre, che ha un ruolo apicale nel Laboratorio di Federazione Medico Sportiva Italiana di Roma ed è un nome di indiscussa autorevolezza.

De la Torre, Deputy Director e Laboratory Manager del laboratorio della WADA accreditato a Roma, aveva fatto mettere nero su bianco nella sentenza dell'ITIA che "sulla base dei dati riportati in letteratura e dei dati ottenuti negli esperimenti condotti nel suo laboratorio, riteneva plausibile che i riscontri nel Primo Campione e nel Secondo Campione del Giocatore siano ‘il risultato di una contaminazione provocata dalle attività del fisioterapista', che stava curando il Giocatore al momento della raccolta dei Campioni". Ancora qualche ora e l'ultima nube nel cielo del nostro campione dovrebbe sparire definitivamente, con buona pace dei tanti haters come il velenoso Kyrgios e altri colleghi parimenti frustrati. Se ne facciano una ragione: Jannik Sinner è pulito.

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