427 CONDIVISIONI

Becker racconta il suo incubo peggiore in carcere: “La saponetta che cade nella doccia, non è umano”

Boris Becker ha raccontato senza filtri l’inferno della sua detenzione in carcere durata 8 mesi, non tralasciando i dettagli più scabrosi: “C’erano tutti i tipi di criminali di Londra, assassini, molestatori di bambini, spacciatori e stupratori. Hanno provato a uccidermi due volte”.
A cura di Paolo Fiorenza
427 CONDIVISIONI
Immagine

Boris Becker può iniziare a 55 anni la sua nuova vita da uomo libero, dopo aver trascorso gli ultimi 8 mesi in prigione in Inghilterra in seguito alla condanna ricevuta per bancarotta fraudolenta. Tornato in Germania, l'ex campione di tennis – che detiene tuttora il record di più giovane vincitore, a 17 anni, del torneo di Wimbledon – ha subito fatto cassa facendosi intervistare in esclusiva dal canale televisivo Sat.1, che lo ha ricompensato con ben mezzo milione.

Ossigeno per le finanze disastrate di Becker, tanto capace sul campo quanto dissennato nella gestione del suo patrimonio dopo la fine della carriera. Il tennista tedesco ha ripagato i suoi intervistatori con una confessione a cuore aperto, ricca di dettagli anche scabrosi, dai quali emerge vivida l'immagine dell'inferno in cui si può precipitare da un giorno all'altro quando non si riesce più a frenare la propria caduta. La prima cosa che ha colpito gli spettatori è stata la magrezza del campione: "Quando sono entrato in carcere pesavo 97 chili, poi sono sceso a 90 prima di rimettere qualche chilo. La prigione mi faceva bene alla salute, non c'era alcol tranne la grappa fatta in casa".

Nel momento più difficile della sua vita, Becker ha spiegato di aver cercato di aggrapparsi alla fede: "Andavo in chiesa ogni giorno per pregare". L'intervista è diventata molto forte da un punto di vista emotivo quando è stata coinvolta la compagna di Boris, Lilian, che era seduta lì vicino. L'ex tennista non è riuscito a trattenere le lacrime, rivelando come il giorno in cui è stato condannato fosse il compleanno della donna: "Ho colto l'occasione e ho comprato le sue rose bianche, ma è stato un giorno triste per me e per noi. Non avrebbe potuto essere scritto in modo più incredibile. Il mio avvocato è venuto intorno alle 14 per dirmi di essere pronto, poiché c'era il verdetto. Lilian e mio figlio Noah (nato dalla prima moglie Barbara, ndr) sono venuti con me e ci siamo abbracciati a lungo perché sapevo che dopo la sentenza non avrei potuto salutarli. La tribuna nel tribunale scende direttamente nel seminterrato dietro uno schermo di vetro e poi vieni portato via. Non c'è niente di più brutale di così".

Boris Becker con la compagna Lilian il giorno della sentenza a Londra
Boris Becker con la compagna Lilian il giorno della sentenza a Londra

Sono stati momenti strazianti: "L'avevo detto a Lilian: ‘Amore mio, non devi aspettarmi. Non so per quanto tempo dovrò andare in prigione'. Lei mi ha guardato e ha detto: ‘Boris, siamo una squadra e tu sei il mio compagno. Non dire sciocchezze'". La detenzione doveva essere minimo di 15 mesi – ovvero la metà della condanna a 2 anni e 6 mesi – prima di poter godere della libertà vigilata, ma gli accordi tra Inghilterra e Germania hanno reso possibile l'estradizione ben prima. I primi tre mesi Becker li ha trascorsi a Wandsworth, considerata la prigione più dura d'Inghilterra, prima di essere trasferito per gli ultimi cinque nel carcere di Huntercombe.

L'arrivo a Wandsworth è stato come entrare in un incubo: "Ho solo guardato molto il pavimento. Non volevo guardare nessuno negli occhi e provocarne la reazione. Era estremamente pericoloso e molto sporco. È solo una cella dopo l'altra e lì incontri tutti i tipi di criminali di Londra, assassini, molestatori di bambini, spacciatori e stupratori. Sono stato perquisito, perché cercano droga e parti di telefoni cellulari e poi mi hanno fatto una foto e alcune persone volevano farsi fotografare con me".

Becker ha confessato di aver avuto due timori soprattutto, uno era per la sua vita, l'altro di essere oggetto di attenzioni di tipo sessuale da parte degli altri detenuti: "Avevo due grosse preoccupazioni, una era stare in una cella doppia, condividere una cella con qualcuno che avrebbe potuto attaccarmi o minacciarmi, e poi i box doccia. Chiudi la porta, ti togli i vestiti e ti guardi alle spalle, non è umano. Hai visto i film e la saponetta che cade, ma poi il direttore del carcere mi ha spiegato che sarebbe stato sicuro, gli sono stato grato per quello. Nella cella non ci sono specchi perché puoi romperla e usarla come arma, ma quando mi sono trasferito a Huntercombe e mi sono visto allo specchio sono rimasto scioccato per come ero".

Becker visibilmente dimagrito durante l'intervista
Becker visibilmente dimagrito durante l'intervista

Quando gli è stato chiesto cosa avesse portato con sé in prigione, Becker ha risposto: "Volevo avere un bell'aspetto, quindi avevo una felpa con cappuccio, per sembrare un gangster per proteggermi e un berretto da baseball, tutto era nero. Ma mi è stato detto ‘bel tentativo' e mi hanno dato dei pantaloni da jogging grigi e una felpa grigia, ma erano tutti troppo piccoli. L'importante è non farsi notare in prigione. Quando la porta della cella è stata chiusa alle 20, nessuno mi ha detto quando si sarebbe riaperta ed è allora che tutto il tuo mondo crolla e sei solo con i tuoi pensieri. Ero disperato, avevo paura e ho comprato dei libri da leggere. Il cibo era sempre lo stesso durante la settimana, riso e patate, ma la domenica mangiavamo un arrosto, di solito pollo".

Ci sono stati due momenti in cui il sangue si è gelato nelle vene dell'ex numero uno al mondo: è stato quando le sue paure sembravano essersi avverate, qualcuno lo voleva ammazzare. Becker ha infatti rivelato come la sua vita sia stata minacciata due volte in prigione – una a Wandsworth e un'altra a Huntercombe – entrambe da detenuti condannati per omicidio, quindi assassini conclamati: "Pensavo che avrei perso la vita a Wandsworth, qualcuno – un assassino come ho scoperto in seguito – voleva il mio cappotto e voleva soldi e ha detto che mi avrebbe ucciso se non l'avesse ottenuto. Poi a Huntercombe un altro assassino ha detto che volevano uccidermi, mi ha detto cosa mi avrebbe fatto a meno che non gli avessi lasciato fare il bucato, questo è accaduto recentemente, in ottobre, e quando me lo ha detto il mio vassoio del cibo tremava. Ma poi il giorno dopo è caduto in ginocchio davanti a me, si è scusato e mi ha baciato la mano e ha detto che mi rispettava. Tre persone mi hanno salvato in prigione, erano James, Russell e Bill, sapevano come muoversi e volevano anche proteggermi".

Becker ha poi detto di aver insegnato inglese e tedesco a Huntercombe: "Avere un lavoro era importante in prigione, mi ha reso la vita più facile". Il campione ha rivelato che il tecnico del Liverpool Jurgen Klopp aveva chiesto di fargli visita ma non è stato possibile: "Siamo buoni amici e ho dato il suo nome alle autorità carcerarie ma poi sono tornate e hanno detto che non poteva venire perché era troppo famoso ed erano preoccupati per la sua sicurezza. Mi sono state concesse due visite al mese e ho dovuto dare questi nomi alle autorità in modo che potessero essere controllati, ma è un processo molto lento. La prima volta che Lilian è venuta ha detto che era scioccata dal mio aspetto, anche se me lo ha detto solo dopo".

Becker vuole riprendersi la sua vita: a 55 anni guarda al futuro
Becker vuole riprendersi la sua vita: a 55 anni guarda al futuro

Becker ha spiegato come tutti i suoi soldi in prigione siano stati spesi in sapone, bagnoschiuma, dentifricio e telefonate, ma poiché aveva solo 7 sterline a settimana non è che potesse scialare più di tanto. Durante la detenzione è stato sommerso di lettere di tifosi e amici, tra cui quella del connazionale Micheal Stich, ai bei tempi suo rivale sui campi da tennis, ma anche suo compagno di doppio alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 quando vinsero la medaglia d'oro: "È stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la sua lettera. Non me l'aspettavo. Mi ha dato forza, è stata vera sportività, abbiamo dimenticato la nostra rivalità. È stato un gesto di sostegno molto forte".

Per il suo 55esimo compleanno, lo scorso 22 novembre, Becker ha raccontato che è accaduto qualcosa di insolito: "Ho ricevuto tre torte. Non so come sia successo, non prendevo tre torte neanche quando ero libero fuori, figuriamoci in carcere. Erano tre torte al cioccolato e le ho condivise con i miei compagni di prigione. Stai insieme ai tuoi compagni di reclusione, condividi vestiti, scarpe, sale, cioccolata. Credo che rimarrò in contatto con alcuni degli altri detenuti per sempre. Quando si è combattuto assieme per la sopravvivenza, questo unisce. Avevamo bisogno l'uno dell'altro".

Becker con i figli Noah ed Elias nel 2020
Becker con i figli Noah ed Elias nel 2020

Becker ha provato a tirare fuori il buono dalla terribile vicenda: "La prigione mi ha reso una persona migliore. Essere dentro è stato il momento peggiore della mia vita. Può sembrare strano, ma forse ne avevo bisogno. Sono stato in grado di vedere i miei errori. Mi sono fidato delle persone sbagliate, il carcere mi ha riportato indietro e mi ha dato una seconda possibilità. Ora tocca a me continuare su questa strada, per questo penso che il carcere mi abbia fatto bene. Il denaro non ha mai avuto valore per me. Sono stato in grado di pagare i miei debiti fino al 2017 e poi c'è stata una controversia con una banca privata, era di circa 3,5 milioni di euro, la banca ha avuto ragione in tribunale e sono stato dichiarato fallito e l'orologio ha smesso di ticchettare. Avevo ancora un buon reddito, cosa insolita per un insolvente, ma ho perso la mia casa a Maiorca, il mio appartamento a Chelsea e la casa dei miei genitori a Leimen. Alla fine sono riuscito a restituire circa 16 milioni di euro, ma il problema era che volevo vivere come quando ero una stella del tennis e non avevo lo stipendio per far fronte alla spesa".

Adesso Becker guarda al futuro con gli occhi di chi può tornare a fare progetti: "Lilian è il grande amore della mia vita e spero di essere sempre con lei. Poi spero di essere circondato dai miei figli (ne ha quattro, ndr) e che ce ne siano altri. Tutto ciò che mi motiva è alimentato dai miei figli. Spero di poter trascorrere il resto della mia vita in pace e libertà. Sono felice e motivato. Dovrò lavorare e non mi dispiace. Spero di avere altri 25 anni davanti a me, ho imparato molto negli ultimi otto mesi e penso di essere diventato un uomo migliore di prima". Rinascere a 55 anni è davvero una sensazione bellissima.

427 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views