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I sospetti del ct dell’Italia sul marito di Arianna Fontana: “Lei fa solo da tramite”

Dopo le parole forti di Arianna Fontana sono arrivate le risposte della Federazione e del c.t. della nazionale Mattia Anesi che ha usato parole durissime: “Se vuole andare vada pure”, ed ha aggiunto: “Lei fa da tramite”.
A cura di Alessio Morra
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Negli ultimi giorni è tornato a galla il caso di Arianna Fontana, la fortissima atleta italiana, vincitrice di 11 medaglie alle Olimpiadi, che con un durissimo post ha rotto in modo definitivo i ponti con la federazione e che adesso sembra pronta a prendere un'altra nazionalità. Le prossime Olimpiadi, quelle di Milano e Cortina, Fontana potrebbe disputarle per gli Stati Uniti. All'atleta ha risposto in modo altrettanto duro il commissario tecnico della Nazionale di Pista Lunga Matteo Anesi.

La questione parte da molto lontano. Quasi un anno fa dopo aver vinto l'oro a Pechino Arianna Fontana parlò delle sue difficoltà, denunciò gli atteggiamenti di alcuni componenti della squadra maschile, tra loro c'era stato chi aveva fatto di tutto per farla cadere durante gli allenamenti congiunti. Poi sparò a zero contro la federazione, che non l'aveva aiutata, tanto da portarla ad allenarsi in Ungheria (dall'estate del 2020). Disse pure che i prossimi Giochi forse non li avrebbe disputati. La Federazione si è difesa, ha cercato di trovare un'intesa, ma la pace non è arrivata.

E dopo mesi in cui si è sperato in un accordo è arrivato un post durissimo di Fontana che usando delle parole preciso ha reso bene l'idea del suo pensiero: "Non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi Olimpici del ‘26 da parte della FISG dopo che, dall’aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente della FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile. La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersi la responsabilità di queste decisioni".

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Per poi aggiungere: "Alla base della nostra società c’è il senso di responsabilità nei confronti delle proprie azioni e parole. Non vedo perché dovrebbe essere diverso nello sport. Negare e non affrontare i problemi ha solo creato più problemi. Questo non è mai stato un anno sabbatico, non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché quelle decisioni e azioni saranno approvate, non tornerò e se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarà completamente separato da quello che il direttore tecnico e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile".

Dopo quel post le reazioni sono state davvero fortissime. La Federazione con un lungo comunicato ha fatto sapere che: "La FISG si è nuovamente resa disponibile a prendersi carico dei costi di allenamento e preparazione dell’atleta, insieme allo staff da lei scelto, nel luogo che più avrebbe ritenuto adatto e consono alle proprie esigenze.Tutto ciò a condizione che Fontana prendesse parte alle competizioni internazionali con la Nazionale italiana, accompagnata a bordo ghiaccio dal proprio tecnico durante le gare individuali e dal tecnico federale nelle gare a squadra. Non senza sforzi e d’intesa con il CONI, la FISG ha così comunicato ad Icelab, società di appartenenza dell’atleta, l’impegno a garantire la somma di 200mila euro a stagione a copertura di tutte le spese di preparazione e allenamento di Fontana. Una cifra, tuttavia, purtroppo neanche lontanamente vicina alla somma irraggiungibile richiesta da Fontana per il quadriennio in corso".

La fase di stallo è stata lunghissima, l'accordo, nonostante la mediazione del presidente del CONI Malagò, non è stato trovato e ora c'è la possibilità che Arianna Fontana decida di gareggiare per gli Stati Uniti. All'atleta, vincitrice di 11 medaglie olimpiche, ha risposto anche Matteo Anesi, campione olimpico a Torino 2006 che è il c.t. della nazionale italiana di pista lunga di Short Track.

Anesi non ha usato mezzi termini parlando anche della disparità di trattamento economico: "Siamo all'ennesima polemica di una storia che fa male a lei e alla nostra federazione. Tra l'altro ha sempre avuto un trattamento economico che non ha ricevuto nessun altro nella storia da parte della Fisg. Una campionessa dovrebbe dare l'esempio e rispettare le regole non comportarsi come fa lei".

Nell'intervista all'Adnkronos, sono arrivate in serie una sfilza di stilettate nemmeno tanto velate: "Se vuole lasciare la nazionale e gareggiare per un'altra vada pure", poi Anesi ha detto: "Continuare a chiedere non le fa onore, anche se ogni richiesta viene dal marito e non da lei, che fa solo da tramite", dicendo questo punta il dito su Anthony Lobello marito e allenatore di Fontana. E infine: "Con Arianna sul ghiaccio avremmo qualche possibilità di medaglia in più ma le azzurre sono salite sul podio anche senza di lei. In più nel 2026 avrà 36 anni e potrebbe anche essere meno forte. Migliorerebbe di sicuro l'armonia nel gruppo, visto che lei non sa fare squadra e non vuole farla".

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Chi è Anthony Lobello, marito di Arianna Fontana

In questo dibattito spesso torna il nome di Anthony Lobello, marito e allenatore di Arianna Fontana. Lobello è anche un ex atleta, è stato un pattinatore e nello Short Track ha avuto ottimi risultati vincendo anche una medaglia ai Mondiali 2006 di Minneapolis. Classe 1984, nato in Florida e con chiare origini italiane, Lobello ha disputato due Olimpiadi, in quelle del 2006 conobbe Arianna Fontana. Otto anni dopo i due si sono sposati.

Nel 2014 Lobello ha chiuso la sua carriera prima di intraprendere quella di allenatore. Fontana ha spesso detto che parte dei suoi successi derivano proprio dalle abilità del suo allenatore.

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