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Opinioni

Serena Williams contro il maschilismo di Moore-Djokovic

Il tennis enclave di arretratezza e maschilismo: da Raymond Moore al campione Djokovic in poche ore hanno affermato che le tenniste devono ringraziare gli uomini in ginocchio e che dovrebbero guadagnare meno. La notizia è che queste dichiarazioni non hanno più supporter ma generano disgusto.
A cura di Sabina Ambrogi
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“ Se fossi giocatrice, mi inginocchierei e ringrazierei Dio che Roger Federer e Rafa Nadal sono nati. ”
Raymond Moore
Il tennis come gli altri sport non è esente da punte di sessismo tanto ridicole quanto significative. Tuttavia ci sono significativi cambiamenti rispetto al passato: le reazioni delle donne. Benvenute, sane e definitive. Durante un incontro con i media – Raymond Moore, il CEO dell'Indian Wells Tennis Garden – ha dichiarato che la WTA (Women’s Tennis Association) è nata solo ed esclusivamente grazie ai trionfi degli uomini:

In una vita futura vorrei rinascere nella WTA perché vanno avanti sulle spalle degli uomini. Non prendono alcuna decisione e sono fortunate, molto fortunate. Se fossi una giocatrice, mi metterei in ginocchio ogni sera e ringrazierei Dio che Roger Federer e Rafa Nadal sono nati, perché hanno portato avanti questo sport. Lo hanno fatto per davvero. E ora lo stanno facendo Djokovic, Murray e altri.

I commenti sessisti non sono finiti qui. Ha detto che il tennis femminile ha diverse opportunità: potranno prendere il testimone di Serena (Williams), Garbine Muguruza e Eugenie Boucherd “attraenti dal punto di vista fisico e sportivo”. Subito dopo, le repliche sui social da parte delle tenniste si sono moltiplicate. “Ditemi che è uno scherzo per favore” ha tweettato Nicole Gibbs.

Serena Williams durante i campionati di Wimbledon nel 2015 (Foto @Shaun Botterill/Getty Images).
Serena Williams durante i campionati di Wimbledon nel 2015 (Foto @Shaun Botterill/Getty Images).

Serena Williams, una delle più forti tenniste della storia, che ha passato ottimi momenti alla corte del Ceo Raymond Moore, sollecitata da un giornalista ha risposto:

Non capisco perché sono sempre chiamata a rispondere su controversie di questo tipo. Ovviamente non credo che nessuna debba debba ringraziare in ginocchio proprio nessuno. Né Venus [la sorella con la quale ha spesso giocato], né io, né un gran numero di giocatrici. Non so dire quante siano le persone che dicono di non guardare il tennis a meno che non ci siamo mia sorella e io. Quella di Moore è una dichiarazione sbagliata, molto, molto, molto inesatta. Non ci possiamo sbagliare. Ha proprio detto: mettiti in ginocchio, che è già parecchio offensivo, e ringrazia un uomo. Noi donne abbiamo fatto un bel po' di strada, e non ci dovremmo inginocchiare mai.

Ha poi aggiunto la campionessa:

L'anno scorso la finale delle donne all'US Open ha fatto il tutto esaurito meglio della finale maschile. E non giocavano né Roger Federer né Rafa Nadal né altri uomini. Perciò prima di commentare è bene sapere la storia, i fatti e conoscere le cose. Devi prima sapere tutto. Guarda persone come Billie Jean King che ha aperto la porta non solo alle tenniste, ma alle atlete in generale. Un'affermazione del genere non credo che renda omaggio a lei, né a ogni atleta donna e né a ogni donna su questa terra che abbia lottato per ciò in cui crede e per essere fiera di essere una donna.

Serena Williams ha appropriatamente citato Billie Jean King, fondatrice della Women's Tennis Association, WTA. Campionessa del tennis nota per le battaglie contro il sessismo nello sport, la prima a dichiarare la sua omosessualità, famosa per la sua denuncia nel '67 di “Shamateurism” (da shame, vergogna), per il pagamento troppo basso da parte dell'associazione alle giocatrici da non poter permettere loro di iscriversi ai tornei, e poi per la campagna a favore di uguali vincite in denaro sia nei tornei maschili che in quelli femminili. La stessa King si è fatta viva con un tweet: “Delusa per il commento di Raymond Moore. Si sbaglia su tutti i piani. Tutti i giocatori, specialmente al top, contribuiscono al nostro successo”.

“ Il corpo delle donne è diverso dal nostro: c'è la questione degli ormoni e il resto… le signore sanno di cosa parlo. ”
Novak Djokovic
Moore si è profuso in scuse, ma davvero troppo tardi: Questa mattina ho fatto dei commenti sulla WTA di cattivo gusto ed errati. Sono davvero dispiaciuto per questi commenti, e mi scuso con tutte le giocatrici e con tutta la WTA”. Subito dopo di lui, per replicare al trambusto che si è generato in rete dopo simili dichiarazioni il campione Novak Djokovic ha aggiunto il carico da dodici affermando che gli uomini giocatori di tennis dovrebbero darsi da fare per avere più soldi delle donne “perché riempiono i match con più spettatori”. E aggiunge anche: “questo sapendo che loro [le donne] devono superare dei limiti fisici. Il loro corpo è diverso da quello degli uomini… c'è la questione degli ormoni e il resto, senza entrare in dettagli. Le signore sanno di cosa parlo”.

Finché anche nello sport l'uguaglianza di genere non diventerà centrale non si saranno mai fatte abbastanza battaglie. Forse si dovrebbe iniziare esattamente da lì. E' la zona apparentemente depoliticizzata e la più “democratica” perché tutti possono, a vari livelli, seguirlo senza differenza di ceto, di classe e di conto in banca. Nello spazio del match il corpo si muove, si espone al pubblico e ha finalmente un ruolo primario, totalmente funzionale e corrispondente a ciò che si sta facendo. È lo spazio in cui il corpo non è un medium alienato come quando viene usato per la pubblicità, non è uno strumento nelle mani del regista come in uno spettacolo dal vivo o in una pellicola o in tv. Non è condannato al fine della maternità, o a quello della prestazione sessuale. Proprio per questo, il corpo femminile nello sport è il più libero che mai. E proprio per questo, sfuggendo alle regole di controllo suggerite dalla società, genera panico.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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