Rio 2016, il sogno olimpico di Kazuki Yazawa: il monaco buddista della canoa
Si chiama Kazuki Yazawa e, dopo aver chiesto il parere e la benedizione dei suoi confratelli, ha abbandonato il suo monastero a Nagano e si è imbarcato per Rio de Janeiro. Per l'atleta giapponese, quella brasiliana è la terza Olimpiade a cui prende parte dopo quelle di Pechino e Londra. La prima da monaco buddista. Già, perché il 27enne canoista nipponico ha da tempo deciso di intraprendere un altro percorso di vita. Subito dopo l'edizione inglese di quattro anni fa, conclusa con un onorevole nono posto nella finale di K1 slalom, Yazawa ha deciso di diventare monaco buddista dopo aver seguito il consiglio di un amico prete di Nagano. Da allora, e sono passati già tre anni, il giapponese passa le sue giornate alternando preghiere e canti nel tempio di Zenkoji Daikanjin, agli allenamenti in palestra e nelle acque del fiume Saigawa.
Il precedente del fondista nepalese
Nonostante non gareggiasse più come un tempo, per Yazawa conquistare il pass olimpico è stato relativamente facile grazie alla vittoria nei campionati nazionali giapponesi di canoa slalom. A pregare insieme a lui e a sognare una medaglia alle Olimpiadi brasiliane, c'è anche la sorella di tre anni più giovane Aki: anche lei atleta della spedizione giapponese nella medesima disciplina del fratello. Una storia che ricorda da vicino quella del fondista nepalese Dachiri Dawa Sherpa: buddista come il giapponese e protagonista a Sochi nella disciplina dell'ultrarail. "Mi ero ritirato dall'attività sportiva, ora invece sono qui a Rio de Janeiro – ha recentemente dichiarato Yazawa alla Associated Press – Quando ho iniziato come un prete buddista, avevo deciso di dedicare dedicato solo il mio tempo libero alla canoa. Non avevo assolutamente intenzione di creare un equilibrio tra la mia vita da monaco e quella da atleta. Ora però voglio divertimenti in acqua e provare a vincere la medaglia d'oro".
