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L’improvvisa stoccata di Stoner alla Ducati: “Anche così non è riuscita a vincere un Mondiale”

Alla Ducati arriva un inaspettato attacco da parte della sua icona, l’ex pilota Casey Stoner che ha bollato come fallita la politica intrapresa in MotoGP dalla casa di Borgo Panigale nell’ultimo decennio: “Per questo dopo di me non hanno più vinto un Mondiale”
A cura di Michele Mazzeo
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Per gli appassionati della MotoGP e di motociclismo se dici Casey Stoner pensi subito alla Ducati. Il pilota australiano, finora l'unico in grado di conquistare il titolo iridato nella classe regina del Motomondiale correndo in sella ad una Desmosedici nel lontano 2007 (e per molto tempo l'unico in grado di domarla, cosa non riuscita nemmeno a campionissimi del calibro di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo), è considerato un'icona della squadra corse della casa di Borgo Panigale nonché una leggenda per i suoi tifosi. Ed è proprio per questo che il suo tanto improvviso quanto duro attacco alla Ducati ha lasciato tutti sorpresi.

Secondo Stoner infatti la Ducati sarebbe la principale responsabile di questa MotoGP sempre più dipendente dall'elettronica e che ha fatto perdere ai piloti la capacità di capire veramente la moto che guidano: "Oggi si continuano ad aggiungere sempre più elettronica e marchingegni strani e questo è davvero come mettere una pezza per nascondere i veri problemi – ha infatti detto il 36enne di Southport parlando al podcast ‘In the Fast Lane' –. Credo che, per questo motivo, Ducati ha fallito nel corso degli anni. Al di là se riusciranno a vincere o meno quest’anno. Anche così – ha quindi aggiunto il due volte campione del mondo – non hanno vinto un Mondiale finora, questo perché continuano ad aggiungere sempre più componenti elettroniche".

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A tal riguardo Casey Stoner ha difatti rivelato che lui, ai tempi in cui correva in MotoGP (in Ducati e in Honda), durante gli allenamenti le prove libere del venerdì adottava uno stratagemma per avere una maggiore comprensione della sua moto e dei problemi che andavano risolti in vista di qualifica e gara: "Quando ero pilota ho sempre lottato contro i miei ingegneri per liberarmi di quanta più elettronica possibile, sia in allenamento che durante le prove libere, per cercare di capire davvero cosa stesse succedendo all'interno della mia moto" ha difatti svelato il classe '85 che evidentemente non ha ben digerito la spinta tecnologica che le case costruttrici, con la Ducati in testa, hanno dato alle loro moto da corsa nell'ultimo decennio.

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