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La Ferrari è in rodaggio, la Red Bull è già da Mondiale: cosa hanno detto i Test F1 2023 in Bahrain

Gli unici test in vista del Mondiale di Formula 1 2023 hanno emesso i primi verdetti: ecco cosa ha detto la tre-giorni di prova sul circuito di Sakhir riguardo al livello delle nuove monoposto di Ferrari, Red Bull e Mercedes e degli altri sette team che prenderanno parte all’imminente campionato.
A cura di Michele Mazzeo
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Gli unici test a disposizione di piloti e team per provare in pista le nuove monoposto prima dell'inizio del Mondiale di Formula 1 2023 si sono conclusi con l'assolo di Sergio Perez che nella sessione pomeridiana del terzo e ultimo giorno ha piazzato il miglior tempo assoluto fermando il cronometro sull'1:30.305. Oltre ai primi riscontri cronometrici, la tre giorni di test F1 andata in scena sul circuito di Sakhir (lo stesso su cui nel weekend del 5 marzo si disputerà il GP del Bahrain che inaugura il nuovo campionato) ha fornito soprattutto le prime indicazioni riguardo al livello di partenza delle vetture con cui i 20 driver si sfideranno nelle 23 gare stagionali che assegneranno i titoli iridati.

Il confronto più atteso era certamente quello tra la nuova Ferrari SF-23 di Charles Leclerc e Carlos Sainz e la nuova Red Bull RB19 del campione del mondo in carica Max Verstappen e di Sergio Perez. Confronto che, stando a quanto visto in questi tre giorni, premia al momento la vettura del team austriaco che arriva dunque al primo appuntamento del Mondiale di Formula 1 2023 come grande favorita. Nei primi due giorni infatti l'olandese, a bordo di una vettura apparsa fin da subito perfettamente bilanciata oltre che veloce, ha letteralmente dominato mostrando un'incredibile costanza nel passo gara (nettamente superiore al resto del gruppo) e una gestione del degrado gomme al limite della perfezione. Nell'ultimo giorno ci ha pensato poi Sergio Perez a certificare il fatto che la RB19 è già una monoposto pronta per il Mondiale martellando senza problemi con tutte le mescole e sbaragliando la concorrenza anche nella simulazione di qualifica montando le gomme più morbide del lotto.

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La Ferrari esce invece da questa tre giorni di test consapevole di aver fatto un gran lavoro sulla veloce SF-23 che però, a causa di alcuni inattesi problemi emersi, è da considerarsi ancora in fase di rodaggio. Se è vero che i test di Sakhir hanno confermato che la nuova monoposto è veloce sul giro secco (i tre che hanno preceduto Leclerc e Sainz nella classifica dei tempi finale lo hanno fatto utilizzando una mescola più morbida rispetto ai due alfieri del Cavallino), è vero anche che nelle sei sessioni di test la macchina ha evidenziato diversi problemi che non erano emersi nelle simulazioni fatte in galleria del vento. Innanzitutto il bilanciamento non perfetto a causa del posteriore "nervoso" non sembra difatti consentire una guida fluida ai piloti costretti a fare tantissime correzioni durante il giro. E a questo si aggiunge un evidente difficoltà nel gestire il degrado delle gomme soprattutto per quel che riguarda gli pneumatici a mescola morbida e media (buono invece il long run con le gomme più dure fatto nel day-2).

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Non si può poi non tenere conto degli altri comportamenti inaspettati della nuova monoposto della scuderia di Maranello che erano emersi durante il day-1 di questi test e che avevano infastidito visibilmente Charles Leclerc: l'inattesa comparsa del porpoising (probabilmente dovuto allo stress test pianificato dal team) poi apparentemente risolto con un cambio di set-up e un nuovo fondo e la parte terminale del muso che sorprendentemente si ammaccava in rettilineo creando una "fossetta", problema tra l'altro ricomparso anche nella sessione mattutina del day-3 e per il quale Red Bull e Mercedes hanno chiesto chiarimenti alla FIA (per risolverlo gli uomini del Cavallino potrebbero dover irrobustire la lastra di carbonio in quel punto e aumentare dunque il peso complessivo della monoposto). Inevitabile dunque, che alla luce di tutto ciò, non si può che parlare di una Ferrari ancora in fase di rodaggio a meno di una settimana dall'inizio del Mondiale di Formula 1 2023.

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Ancora più preoccupante è il bilancio dopo la tre giorni di test per la Mercedes che lascia Sakhir con più dubbi che certezze. Il secondo posto nella classifica finale dei tempi di Lewis Hamilton infatti non è affatto esplicativo dell'attuale livello della W14: il recordman di pole position infatti si è visto rifilare un distacco abissale (più di tre decimi e mezzo) a parità di gomma da Perez. E ancora peggio è andata nelle varie simulazioni di passo gara dove, fatta eccezione per la mescola media, né il sette volte campione del mondo né il suo compagno di squadra George Russell sono mai riusciti a girare con costanza sui ritmi tenuti dalle Red Bull e dalle Ferrari.

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Per quanto riguarda il centrogruppo invece la grande delusione di questi test sono state McLaren e Alpine che non hanno brillato né per quel che concerne la velocità pura né per costanza e ritmo nei long run di simulazione passo gara. I due team dovranno dunque stare attenti a non essere superati da Williams e Alfa Romeo (che, a sprazzi, hanno invece mostrato cose molto interessanti) più che dalla Haas che le cose migliori le ha fatte vedere solo sul giro secco. La grande sorpresa di questi test della Formula 1 2023 è invece l'Aston Martin che sia con Fernando Alonso che con il pilota di riserva Felipe Drugovich (che ha sostituito l'infortunato Lance Stroll) ha invece mostrato cose interessanti sia nelle simulazioni di qualifica che per quel che riguarda la gestione del degrado gomme. Adesso dunque non ci resta che attendere il primo weekend di gara (il GP del Bahrain del 5 marzo) per vedere se ciò che ha detto questa tre giorni di prove sarà confermato.

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