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Hamilton in difficoltà nella F1 2022, la piccata rivincita di Alonso: “Benvenuto nel mio mondo”

Alla vigilia del GP di Spagna 2022 Fernando Alonso è intervenuto sulla carenza di risultati del suo ex compagno di team Lewis Hamilton con la sua Mercedes in questa stagione approfittandone per togliersi qualche sassolino dalle scarpa derivante dalle vecchie rugini.
A cura di Enrico Scoccimarro
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Qualità del pilota o della macchina? È la questione che da sempre tiene banco nel mondo della Formula 1 per giustificare i successi in pista. Questa volta a riaprire la polemica alla vigilia del GP di Spagna 2022 è l'ex ferrarista Fernando Alonso, due volte campione del mondo e attuale pilota della Alpine. Il pilota spagnolo ha lanciato una frecciatina al suo vecchio compagno di squadra ai tempi della McLaren, il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che quest'anno sta facendo estrema fatica con la sua Mercedes.

Quello dell'inglese è infatti solo l'ultimo esempio di una lunga serie: la subordinazione con una monoposto meno potente del solito, che nel confronto con le altre stenta ad ottenere risultati nonostante le grandi qualità di chi la guida. A tal proposito Alonso, in un'intervista alla BBC, ha parlato delle possibilità che ha un pilota nel fare la differenza. "È la natura del nostro sport – dice lo spagnolo – a volte hai la macchina migliore, altre non ne hai una così buona e devi impegnarti a fondo per fare dei progressi. Questa stagione dimostra che il ruolo del pilota è molto importante, ma non cruciale. Lewis sta guidando allo stesso livello degli ultimi otto anni – continua il pilota Alpine – stava dominando questo sport frantumando ogni tipo di record, ha fatto più di 100 pole position eppure adesso se fa un giro super e finisce ad un secondo dalla pole. Benvenuto nel mio mondo!".

Alonso ha così approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa evidentemente figlio delle vecchie ruggini nate quando erano compagni in McLaren nel 2007. La rivalità sfociò in una vera guerra interna tra i due piloti, in quanto la casa automobilistica aveva promesso un trattamento preferenziale a Fernando in qualità di Campione del Mondo, ma fece lo stesso anche con l'astro nascente e super promettente Lewis. Le acredini diventarono sempre più aspre fino ad arrivare al punto che metà garage sosteneva l'asturiano e l’altra metà l'inglese. Le tensioni terminarono solo con l’addio alla McLaren di Alonso.

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Lo spagnolo, per via del suo glorioso passato in Renault, con cui ha vinto due mondiali, sa perfettamente che i record e i grandi successi derivano dal lavoro di quadra sulla vettura, che all'epoca superava anche la rossa di Michael Schumacher. "La F1 non è leale in termini di numeri. È uno sport di squadra più di qualsiasi altro – sottolinea il pilota – e questo tendiamo a dimenticarlo, specie quando abbiamo successo. Siamo così felici che, anche se proviamo a condividerle con il team, tutte le prime pagine sono per il pilota. È accaduto anche a me quando ho vinto i due titoli: battevo Schumacher ed era qualcosa di grandioso, ma in realtà avevo una vettura più affidabile e molto veloce".

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Alonso si preserva bene dall'insinuare che i successi di Hamilton fossero solo merito delle monoposto avute a disposizione, ma ci tiene a spiegare: "Ottenere più di 100 pole position è qualcosa di impensabile e per riuscirci devi avere la miglior macchina ed il miglior pacchetto per molti anni. Ora invece capita di fare giri straordinari e di finire al 15° posto, è impossibile da spiegare alle persone. Lui merita tutto ciò che ha ottenuto ma quest'anno ricorda come, per fare i record, grande merito va a ciò che hai tra le mani".

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