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Chi è Iñaki Rueda, il responsabile delle strane strategie Ferrari che nel team è intoccabile

Dopo l’errore di strategia che ha compromesso la gara del GP d’Ungheria della Formula 1 2020 di Charles Leclerc nel mirino dei tifosi del Cavallino è finito il capo degli strateghi Iñaki Rueda prontamente difeso pubblicamente dal team principal Binotto e dal pilota Sainz.
A cura di Michele Mazzeo
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Il pilota della Ferrari Charles Leclerc, per la terza volta in stagione, nel GP d'Ungheria della Formula 1 2022 ha pagato a caro prezzo un errore di strategia commesso dal muretto del Cavallino. Come già avvenuto a Monte-Carlo prima e a Silverstone poi, anche all'Hungaroring le decisioni prese a gara in corso dagli strateghi della scuderia di Maranello hanno penalizzato il monegasco costretto a chiudere in sesta posizione una corda che lo ha visto stare in testa per lunghi tratti.

La scelta di montare le gomme hard sulla monoposto numero #16 nel secondo pit-stop, su cui anche Hamilton e Verstappen hanno ironizzato prima di salire sul podio, ha infatti penalizzato oltremodo il 24enne del Principato che, già durante la corsa, l'ha contestata in radio. Nonostante il tentativo del team principal Mattia Binotto di spostare l'attenzione sulle prestazioni della F1-75 indipendentemente dalle gomme (venendo smentito subito dopo dallo stesso Leclerc) dopo essere stato incalzato dalle domande del telecronista Sky Carlo Vanzini, sono stati tantissimi coloro che hanno condannato la strategia attuata dal muretto Ferrari all'Hungaroring.

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Moltissimi tifosi infatti, sfruttando un tweet di un infuriato Lapo Elkann (fratello del presidente della casa di Maranello e della Scuderia), hanno chiesto la "testa" dei presunti responsabili di questo ennesimo errore stagionale che ha compromesso la gara (e probabilmente anche la lotta per il titolo iridato) del pilota monegasco.

Subito dopo la gara è dunque partita la caccia ai responsabili della disfatta magiara della Ferrari individuati prontamente in Mattia Binotto e Iñaki Rueda. Il primo infatti in qualità di team principal ha la responsabilità di tutto ciò che accade al muretto durante le gare, il secondo è invece colui che, essendo l'uomo incaricato di studiare le strategie dei piloti del Cavallino, è colui che ha ideato e messo in atto la strategia che ha di fatto condannato Leclerc all'Hungaroring.

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Se l'ingegnere modenese, anche in virtù del suo ruolo di primo piano, è noto anche ai non appassionati di Formula 1, non tutti conoscono lo spagnolo classe '78 che ricopre il ruolo di Head of Race Strategy della Ferrari dal 2015 (prima in F1 aveva lavorato alla Midland, alla Renault e alla Lotus) e che, con le sue strategie, è stato più volte il deus ex machina dietro i successi di Sebastian Vettel nella sua avventura nella squadra italiana (a lui si deve per esempio la vittoria capolavoro del tedesco a Melbourne nel 2018).

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Grazie al grande apporto dato alla scuderia in tutti questi anni Iñaki Rueda è diventato un pezzo fondamentale del puzzle della squadra di Maranello venendo considerato un intoccabile. Anche dopo gli errori commessi in questo avvio di stagione, il madrileno infatti non è mai stato messo in discussione, ma anzi è stato sempre difeso sia dal team principal che dai piloti. Cosa che è avvenuta anche dopo l'errata valutazione sulle gomme dure nel GP d'Ungheria che ha compromesso la gara di Leclerc.

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"Inaki (Rueda, ndr) e l'intero team di strategie sono ottimi. Non abbiamo commesso molti errori durante la stagione, quindi c’è assolutamente il pieno supporto nel loro operato" ha infatti detto Mattia Binotto dopo la corsa magiara rispondendo ad una provocatoria domanda ai microfoni di Sky Uk. A fare eco alle parole del team principal sono arrivate poi quelle di Carlos Sainz che ha difeso l'operato degli strateghi del Cavallino asserendo che il problema non è stata la strategia bensì una macchina non performante come ci si aspettava (probabilmente condizionata dal grosso sacchetto di plastica rimasto incastrato per metà gara nelle prese d'aria laterali della sua F1-75):

"Per quanto mi riguarda non funzionava nessuna gomma. Neanche la soft. Non andava nulla. E quando il passo è così difficile anche la strategia si complica. Penso che oggi la strategia sia l'ultimo nostro problema, non avevamo ritmo" ha difatti commentato il pilota spagnolo al termine della gara dell'Hungaroring difendendo di fatto l'operato del connazionale e del suo team di strateghi.

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