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La lezione di Vingegaard, il vincitore del Tour che vomitava prima delle gare divorato dall’ansia

Jonas Vingegaard è il campione del Tour de France 2022. Un successo ottenuto in modo maestoso. Il danese quest’anno ha sconfitto il ‘cannibale’ Pogacar, ma in passato ha dovuto battere i suoi demoni. L’ansia da prestazione per anni lo ha divorato.
A cura di Alessio Morra
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Jonas Vingegaard ha vinto il Tour de France 2022 ha compiuta un'impresa titanica. Sembrava impossibile battere il ‘cannibale' Pogacar, ma il danese ci è riuscito. Ma non solo perché Vingegaard ha vinto anche il premio fair play, quello che in genere i campioni rifuggono o non prendono mai perché in genere chi vince ha il pelo sullo stomaco. E invece il danese aspettando Pogacar e tendendogli la mano ha strappato applausi. C'è però anche un'altra grande vittoria per il venticinquenne che ha vinto una battaglia ben più importante. Perché fino a non molto tempo fa il ciclista che ha vinto il Tour soffriva di attacchi d'ansia.

Sicuramente al momento della premiazione dopo essere arrivato con la maglia gialla agli Champs-Elysees Vingegaard ha pensato a tutto quello che gli è capitato negli ultimi anni. Ora è un campione affermato e acclarato. Già lo scorso anno aveva mostrato il suo talento, ma quest'anno ha fatto l'ultimo grande step. Ma prima di diventare un campione ha dovuto superare tante insidie, da giovane era molto fragile e ha dovuto lottare il doppio degli altri per arrivare fino al livello più alto.

Per tanti anni Vingegaard ha sofferto di ansia da competizione. Lui è un ragazzo timido, che ha sofferto tanto anche il clima di sfiducia nei suoi confronti e più di una volta con l'approssimarsi delle grandi manifestazioni stava davvero male, vomitava, gli tremava il corpo, era paralizzato e così ha vanificato tanti grandi appuntamenti.

Jonas Vingegaard ha vinto il Tour de France 2022, nel 2021 si era classificato al secondo posto.
Jonas Vingegaard ha vinto il Tour de France 2022, nel 2021 si era classificato al secondo posto.

Poi la sua vita è cambiata quando ha conosciuto Trine, che è diventata poi sua moglie, e lei ha studiato una strategia che aiutasse Vingegaard ha gestire meglio le sue ansie. Trine le ha dato tanti consigli, intanto creando un team che lo aiutasse, con lei, i genitori, alcuni fidati compagni di squadre e qualche amico. Ai membri dello staff tecnico e agli allenatori viene chiesto di parlare di tutto meno che di ciclismo con il danese.

Proprio la sua dolce metà ha spiegato esattamente qual è stato il lavoro che ho fatto: "Parliamo molto. Gli ho detto che era normale essere nervoso e che non doveva averne paura. Che nel mio lavoro, prima di un incontro molto importante, ero molto tesa. I suoi pensieri lo sopraffacevano . Mi ha chiamato e mi ha detto che era così ansioso da non poter mangiare. A volte sono stata durissima con lui. Era l'unico modo per farlo reagire, per farlo cambiare"

E determinante è stata Trine anche in questi ultimi due Tour de France: "La routine è cambiata, musica al risveglio sempre e gli ho detto prendere le cose in modo diverso, di parlare di più con i propri meccanici, cercare di divertirsi invece di saturarsi di discorsi monotematici sul ciclismo. Gli ho detto che deve stare lontano dalle pressioni che terze parti possono metterti su di te".

Nella nuova ritualità ci sono anche la moglie e la figlia lo raggiungono solo nell'ultima settimana di gare, è stato così anche in questo Tour. Nelle prime due settimane si è visto spesso Vingegaard telefonare alla moglie al termine delle tappe. Lei ha avuto una grande trovato lo scorso anno, quando a Jonas chiese di non utilizzare il suo numero di telefono durante il Tour 2021, sostituendolo con un altro numero, e così avrebbe senz'altro avuto meno contatti con chi è fuori dalla sua bolla sportiva. Decisive per lui anche tutto il team e in particolare i compagni van Aert e Roglic.

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