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Guerra in Ucraina

Yarmolenko riceve una chiamata dalla Russia: è il ‘traditore’ Tymoshchuk, siamo alla resa dei conti

L’ex leggenda ucraina Anatoliy Tymoshchuk è rimasto in silenzio dall’inizio della guerra, lui a libro paga di un club russo: accusato di tradimento e privato di tutti i suoi titoli in patria, adesso si fa vivo con l’ex compagno di Nazionale Yarmolenko. Una conversazione drammatica di soli due minuti.
A cura di Paolo Fiorenza
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Anatoliy Tymoshchuk il rinnegato, il traditore, il venduto alla Russia: questi e altri sono gli appellativi riservati dagli ucraini all'ex capitano della loro Nazionale, che la guerra ha trasfortato da leggenda – è il recordman assoluto di presenze – in oggetto di disprezzo ripudiato e privato di tutti i suoi titoli in patria. Perché ora la nuova patria dell'iconico centrocampista dalla folta chioma bionda è la Russia: dal 2017 è il vice allenatore dello Zenit San Pietroburgo, squadra dove ha anche militato per 4 anni da calciatore.

Con l'Ucraina sotto le bombe, con migliaia di morti tra i suoi connazionali, il 43enne Tymoshchuk ha scelto da che parte stare e non è quella dei colori giallo e azzurro: a differenza della totalità degli sportivi ucraini che fin dall'inizio dell'aggressione di Putin hanno fatto sentire la propria voce per sensibilizzare il mondo alla causa del proprio Paese, l'ex calciatore di Shakhtar e Bayern non solo tace, ma resta a San Pietroburgo da chi lo paga, tuttora impegnato nel campionato russo sulla panchina dello Zenit (ha giocato sabato scorso), insensibile alle urla di dolore che arrivano dal popolo che lo amava.

Tymoshchuk campione di Russia da calciatore con lo Zenit nel 2015
Tymoshchuk campione di Russia da calciatore con lo Zenit nel 2015

Allo scoppio della guerra, Tymoshchuk aveva postato una storia su Instagram chiedendo genericamente la pace, ma poi l'ha cancellata. Da allora il silenzio più totale, nonostante gli appelli ad uscire allo scoperto dei suoi ex compagni di Nazionale. Una volta apparso chiaro quale fosse la sua posizione sulla questione, si è poi passati alle accuse più infamanti: l'ex simbolo dell'Ucraina calcistica è diventato il "collaborazionista con l'invasore", uno che "lecca il culo e non ha ancora tolto la lingua da lì". Il passo successivo è stato togliergli tutto quello che aveva ottenuto in patria: a partire dalle presenze in Nazionale fino ai riconoscimenti e alla qualifica di allenatore, Tymoshchuk ha perso ogni successo sportivo, ogni titolo onorifico, ogni premio statale che aveva reso la sua carriera leggendaria.

Fango e polvere per l'ex figlio prediletto dell'Ucraina, che non ha mai ritenuto necessario dire una sola parola per fare chiarezza o provare a difendersi. Al punto di non rispondere neanche ai messaggi degli ex compagni ed amici: "È un traditore, per non dire altro. Gli ho scritto un messaggio, lo ha letto, ma lo ha lasciato senza risposta. La Russia sta bombardando civili, sganciando bombe su ospedali, e lui sa tutto questo perché i suoi genitori vivono a Lutsk. Sicuramente si tiene in contatto con suo padre, che è consapevole di quello che sta accadendo. Non credo ci sia un cuore nel suo petto, non si preoccupa e non cerca di fare nulla, sta zitto. Penso che nel suo caso il denaro significhi molto di più di quanto sta accadendo in Ucraina. Ti metti la lingua in culo e taci… ogni famiglia ha la sua pecora nera", aveva detto un mese fa l'ex compagno di Nazionale Artem Fedetsky.

Yarmolenko e Tymoshchuk assieme in conferenza stampa agli Europei del 2016
Yarmolenko e Tymoshchuk assieme in conferenza stampa agli Europei del 2016

Ma nelle ultime ore finalmente Tymoshchuk ha rotto il suo silenzio: due minuti di conversazione con Andriy Yarmolenko, 32enne giocatore del West Ham che dall'inizio delle ostilità si è speso tantissimo per la causa ucraina, scoppiando anche in lacrime dopo un gol segnato all'Aston Villa. Il centrocampista, che ha giocato in Nazionale con Tymoshchuk per 7 anni, ha raccontato come sono andate le cose: "Premetto che per me ‘Tolia', quando giocavamo insieme, era un esempio di professionalità. L'ho sempre ammirato. Quando è iniziata la guerra, ho visto chi parlava e chi non diceva niente. Per me è stata una sorpresa che lui restasse in silenzio. Gli ho scritto un messaggio: ‘Come fai a dormire la notte?'. Mi ha risposto: ‘Non riesco a dormire, proprio come te'. Non gli ho più scritto, ma mi ha chiamato. Gli ho chiesto: ‘Perché taci? Sei stato un esempio per me. Ti ho ammirato, ma ora non esisti nella mia vita'. Mi ha mandato a fanculo, l'ho mandato anch'io. È qui che è finita la nostra conversazione".

Un confronto duro e triste, che spiega bene cosa sia la guerra, un demone che può arrivare a distruggere legami che sembravano destinati a durare una vita. Non c'è patria, non c'è sangue, non c'è più nulla. "Probabilmente ha paura, non sa cosa gli succederà se dice qualcosa – ha continuato Yarmolenko – Ha una moglie, dei figli: sono russi. Capisco tutto questo molto bene. Ma hai amici in Ucraina i cui parenti stanno morendo. Puoi facilmente prendere la tua famiglia e vivere altrove. Esprimi la tua posizione. Penso che abbia guadagnato abbastanza soldi per vivere in qualsiasi parte del mondo. Non capisco come possa continuare a convivere con questo. I tuoi genitori sono dall'altra parte e tu sei dalla parte da cui sparano, uccidono. Non so come potrei vivere con questo peso".

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