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Vieri a Fanpage.it: “Alla Bobo TV diciamo quello che in televisione non ti fanno dire”

Bobo Vieri racconta segreti e retroscena della Bobo TV a Fanpage.it, spiegando la chiave del suo successo: “Siamo liberi, raccontiamo ciò che vediamo senza filtri”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Christian Vieri ha raccontato a Fanpage.it il segreto del suo successo come commentatore sportivo  in un panorama tutto nuovo, quello dei social. Un'ultima frontiera comunicativa che ha permesso di trasformare il format della Bobo TV in un programma seguito e di successo soprattutto da parte delle nuove generazioni. Un contenitore che di puntata in puntata ha stravolto le canoniche regole dei talk-show sportivi televisivi classici e ha riscritto il modo di raccontare il calcio, senza filtri né costrizioni imposta da linee editoriali o palinsesti. "Diciamo ciò che vogliamo, raccontiamo ciò che vediamo, come non si può in TV": questo il segreto di tanto successo, secondo il suo ideatore.

Dopo il Bobo calciatore e imprenditore, ora anche il Bobo comunicatore. Parlacene.
"I social sono un grande mezzo di comunicazione e se uno li comprende bene si possono fare tante cose. Tutti mi dicono ‘Ah, sei simpatico'. No, io sono sempre stato simpatico. il punto è un altro: da calciatore non ho mai avuto buoni rapporti con i giornalisti. Quando dicevo una cosa, loro pubblicavano e io non potevo mai controbattere. Ora non non è più così: io oggi faccio post, stories, selfie e chiunque può vedere chi sono davvero".

È più facile essere calciatore oggi, insomma.
"Oggi sono molto più avvantaggiati di tanto tempo fa, perché dopo ogni partita puoi raccontare da solo cosa hai fatto, cosa è successo. Dopo se i giornali vogliono scrivere, devono scrivere per forza quello che ha detto il giocatore. Scompaiono le bugie, le notizie strane o i titoli su cose che uno non ha mai detto".

La Bobo TV come nasce?
"Durante il primo lockdown ho capito che si poteva fare qualcosa. Si è iniziato su Instagram con tanti miei ex compagni, con le dirette ‘uno contro uno'. Poi, visto che funzionava, dopo un paio di mesi mi è venuto in mente di fare un programma sportivo".

La Bobo TV è sbarcata a teatro in queste settimane
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Un programma sportivo diverso dagli altri programmi sportivi.
"Lo scopo era fare un prodotto non noioso, ma molto divertente, parlando di sport e calcio. Quando poi ho pensato di poterlo fare, ho scelto con chi e ho optato per tre amici, uno diverso dall'altro. Inserendo poi anche degli ospiti, facendo un po' come mi pare. Mi sono informato, ho scoperto che Twitch era la piattaforma perfetta per mettere collegare insieme in diretta tante persone e quindi a Lele, Nicola e Antonio ho detto: siamo pronti, siate liberi, ognuno può dire la sua senza problemi".

Perché la Bobo TV funziona così bene?
"Noi diciamo quello che vediamo, entrando laddove gli altri non entrano, nei dettagli. Senza offendere nessuno".

Siete più liberi di quanto potreste essere in TV?
"In Italia tante televisioni non ti fanno dire quello che pensi del tutto. Ad esempio, io ho fatto cinque anni e mezzo a Bein Sport in America. Grande gruppo, televisione enorme. Con loro il discorso è stato subito chiaro: volete che dica le cose a metà o tutto ciò che penso? Loro non hanno avuto dubbi: ‘Vai, l'importante è che tu metta giacca e cravatta, perché ti vogliono vedere vedere vestito bene. Poi, di' pure quello che vuoi'".

Quell'esperienza ha inciso sul tuo modo di comunicare?
"Sono stato un giocatore di un certo livello e mi hanno trattato da tale. Potevo dire quello che pensavo. Questo non significa che eravamo sempre tutti d'accordo: il dibattito ci vuole altrimenti poi diventa tutto monotono. E dunque alla Bobo TV noi diciamo quel che vogliamo, ognuno a suo modo. Per questo ha tanto successo".

Arrivate ai giovani come forse nessun altro.
"Ci sono ragazzi di 12, 13 anni che ci seguono pur non avendoci mai visto giocare. Ma sono tutti sui social e quindi ci seguono perché passano le giornate lì. Sembra incredibile che ci ascoltino ragazzini che non ci hanno mai visto in campo, ma grazie a noi cominciano a capire di calcio. A seguirlo, a vederlo, ognuno facendo il tifo per la propria squadra, ma sempre ascoltando di tutto. E sono tutti molto preparati, sanno dalla A alla Z".

Come gestisci in una diretta tre personalità così spiccate ed esuberanti?
"Non c'è da preparare nulla, si va a braccio. Ho sempre fatto così, anche a Bein Sport mi davano una scaletta ma durante l'ultimo countdown prendevo e la buttavo nel cestino. Dicevo semplicemente ciò che volevo. Il successo arriva perché ognuno può dire quello che pensa ed è libero di parlare di quello che vuole".

Cassano ne ha dette di cose in questi mesi.
"Lo conosco da 22 anni e vi assicuro che ora come ora è tranquillissimo. Da fuori può sembrare che dica cose pesanti, ma non dice nulla rispetto a ciò che era vent'anni fa. Oggi è molto tranquillo".

Se ti proponessero di portare la Bobo TV in televisione?
"Abbiamo già ricevuto tante proposte tutte diverse, vediamo. Di sicuro faremo, avremo più ospiti, ma l'obiettivo finale sarà sempre continuare a parlare di calcio. Resta lo sport più bello del mondo, il più seguito. Le persone hanno passione e questo li spinge ad ascoltare, a cercare la verità. E noi gliela raccontiamo dal nostro punto di vista".

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