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Taglio stipendi calciatori, l’Aic boccia la proposta della Lega di A: “Vergognosa”

“Vergognosa e irricevibile”. Così l”Assocalciatori rispedisce al mittente le linee guida proposte dalla Serie A per il taglio degli stipendi dei calciatori. Il vicepresidente dell’AIC Umberto Calcagno ai microfoni dell’Ansa ha puntato il dito contro i club e la Lega che a suo dire vorrebbero ” far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi del Coronavirus”
A cura di Marco Beltrami
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"Vergognosa e irricevibile". L'Assocalciatori rispedisce al mittente senza troppi giri di parole, le linee guida proposte dalla Serie A sul taglio degli stipendi dei calciatori. Perentoria la presa di posizione del vicepresidente dell'AIC Umberto Calcagno che ai microfoni dell'Ansa ha puntato il dito contro i club e la Lega che a suo dire vorrebbero: " far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi". Una posizione ribadita poi in un durissimo comunicato ufficiale.

L'Aic boccia la proposta della Lega di A sul taglio degli stipendi

Umberto Calcagno numero due dell'Associazione Italiana Calciatori e braccio destro del presidente Damiano Tommasi, ha parlato delle linee guida della Lega Serie A sul taglio degli stipendi dei calciatori. Al momento le posizioni sono a dir poco distanti, visto che il vicepresidente dell'AIC ha dichiarato: "È una proposta vergognosa e irricevibile". Questa la sua spiegazione: "È chiara l'indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi. L'unica parte rilevante del comunicato della Lega – prosegue – è l'inciso con cui si dice che le squadre dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori".

Il duro comunicato dell'AIC

Le parole di Calcagno hanno poi trovato conferma nel comunicato ufficiale dell'AIC, in cui si parla di proposta "irricevibile" e "incomprensibile in un momento come quello attuale". Dopo aver puntato il dito sulla "volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi", viene messa in dubbio la "credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà". In conclusione la stoccata: "Gli stessi presidenti che vorrebbero decidere la sospensione degli emolumenti hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i calciatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano gli allenamenti individuali svolti secondo le direttive dello staff tecnico. La discussione delle scorse settimane verteva sui termini di contestazione di mancati pagamenti da sospendere o posticipare, ma non si è mai andato oltre le brevi riunioni telefoniche.Ora capiamo perché non si voleva trovare un’intesa sulle modifiche tecniche all’Accordo Collettivo, la vera intenzione è non pagare. Il fatto lascia allibiti, inoltre, visto che parecchie squadre sono già sedute con i loro calciatori per discutere come aiutarsi in un momento come quello attuale".

Le linee guida della Lega Serie A e l'accordo tra le società per il taglio degli ingaggi

Una posizione che ovviamente apre ad un braccio di ferro tra i club e i calciatori. In particolare nell'Assemblea di Lega svoltasi in mattinata, le società avevano trovato una linea comune sul tema degli stipendi da tagliare per l'emergenza Coronavirus. In particolare per "salvaguardare il futuro dell'intero sistema calcistico italiano", si pensato ad un taglio del del 15% degli stipendi se la Serie A riparte, quota raddoppiata fino al 30% se il campionato verrà dichiarato concluso in anticipo. Una tavola rotonda da cui era esclusa la Juventus che aveva già trovato l'accordo con i suoi giocatori.

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