Serie A ferma, Malagò duro con i critici: “La salute prima di tutto, anche del calcio”
Sabato 29 febbraio è stato un giorno non comune. Non solo perché bisestile e in cadenza in calendario ogni quattro anni, ma perché è stato il giorno in cui il Governo ha deciso per un altro stop al calcio italiano. Quattro partite, oltre alla già rinviata gara di Udine, sono state fermate con decreto per evitare problemi di ordine sanitario sulla scia d'emergenza che è in vigore in Italia. Un colpo ‘basso' al sistema calcio che aveva chiesto in tutti i modi di poter giocare, anche a porte chiuse, ma rispettando un calendario già troppo fitto di impegni per poter pensare a nuovi rinvii.
Purtroppo, così non è stato e insieme alla decisione di rinviare le gare – tra cui il tanto atteso derby d'Italia tra Juventus e Inter – si sono susseguite anche le polemiche. A provare a fare chiarezza è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò che ha cercato di chiarire l'intento ultimo di questa decisione controcorrente: "La salute dei cittadini è la priorità, tutto il resto viene dopo".
Il ‘problema' calendario
Il problema calcio non si è posto nel momento della decisione. Un calendario già over booking che non trovava spazio alle gare di sabato scorso stoppate dopo le prime notizie dei focolai di epidemia nel Nord Italia, non è stato preso in considerazione. Così come la richiesta – ufficiale e scritta – da parte della lega di poter disputare le prossime partite a porte chiuse. Nulla è valso: "Tutto lo sport, il calcio compreso" – ha sottolineato Malagò "deve adeguarsi alla decisione presa in comune accordo per il bene della comunità"
Devo dare atto al Ministro Spadafora che ha sempre tenuto costantemente informato il Coni e il mondo dello sport sull’evolversi della situazione. Penso che servirà ancora qualche giorno di tolleranza da parte di tutti
Una decisione a salvaguardia anche dei tifosi
La Lega di Serie A avrebbe individuato già una data di recupero, il 13 maggio, ad una manciata dalla fine del campionato regolare. Sarebbe l'unico momento, tra incastri e rimescolamenti, in cui permettere un momento aggiuntivo, infrasettimanale, per chi si è visto fermato in questi giorni. Per Malagò una scelta coscienziosa che ha preservato anche il diritto dei tifosi a partecipare alle gare (altrimenti a porte chiuse): "Una possibilità in più per gli appassionati e per gli sportivi di non essere tagliati fuori da un evento cui hanno tutti diritto di partecipare".