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Sepe e l’accusa di bestemmia in Juve-Parma: “Ho detto ‘zio porco’ e non altro”

Subito dopo il nuovo vantaggio della Juventus (rete di Cristiano Ronaldo due minuto dopo il pareggio di Cornelius) le telecamere hanno inquadrato Luigi Sepe esprimersi in una frase che sul web è stata indicata come una bestemmia. Il portiere del Parma ha smentito sui social, anche perché rischierebbe una squalifica.
A cura di Alessio Pediglieri
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Galeotta è stata l'immagine che ha ripreso l'estremo difensore del Parma che nel posticipo domenicale contro la Juventus, subito dopo l'immediata reazione bianconera al pareggio di Cornelius col raddoppio un paio di minuti dopo di Cr7. Un'immagine che ha inquadrato il portiere dei Ducali, Luigi Sepe, esprimersi in modo poco ortodosso a tal punto che il suo labiale è stato indicato da molti come una bestemmia, non vista né sentita dal direttore di gara ma immortalata a imperitura memoria. Tanto da scatenare infinite polemiche sui social dove i fotogrammi del momento sono diventati ben presto virali e hanno fatto il giro del web.

La spiegazione social di Sepe

Una situazione insostenibile a tal punto che lo stesso portiere del Parma è dovuto intervenire in prima persona e smentire ciò che si stava dicendo nei suoi confronti. Il tutto, ovviamente, via social, il canale migliore per raggiungere il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile e avere il riverbero adeguato all'accusa: "Siccome vedo che molte persone hanno commentato la mia presunta bestemmia… volevo assicurare che non avevo bestemmiato perché ho detto ‘Zio porco' e non altro…".

Il rischio squalifica

Una spiegazione volta a sanare la situazione e a placare la rabbia di chi si sia potuto sentire offeso e di chi lo ha tacciato di ignoranza e maleducazione nei commenti sui social network. Anche perché secondo il regolamento in vigore da parte della Federcalcio, Sepe potrebbe essere sottoposto a verifica da parte del Giudice Sportivo e rischiare una squalifica. La bestemmia è in tutto e per tutto un atto ingiurioso e antisportivo, punito dal direttore arbitrale nel momento in cui venga colto in tempo reale. Altrimenti, come in questo caso fosse confermata la frase blasfema, attraverso le immagini con l'utilizzo della prova tv.

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