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Roma, Pastore: “Il campionato riparte? Credo di no, meglio pensare alla prossima stagione”

Il centrocampista argentino della Roma ha idee abbastanza chiare su cosa si dovrebbe fare: “Non pensare a riprender da dove ci siamo fermati. Servono 20-30 giorni di allenamento per ritornare a giocare. Significherebbe incidere in modo negativo anche sulla prossima stagione, con perdite di soldi e di tempo”
A cura di Alessio Pediglieri
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C'è chi si prepara alla ripartenza e chi crede che questa non riavvenga, per il protrarsi dell'emergenza da Coronavirus. E' il pensiero di Javier Pastore, l'argentino della Roma che dalle mura di casa sua ha rilasciato un'intervista a distanza a "Radio Impacto" in cui ha espresso il proprio pensiero sull'attuale condizione in Italia e non solo e i progetti per il futuro.

Il centrocampista giallorosso si è detto molto sfiduciato per l'attuale emergenza sanitaria: tutte le attività sono ferme, gli allenamenti non si possono effettuare e per Pastore a questo punto è complicato pensare che la stagione interrottasi nella prima metà di marzo possa riprendere regolarmente e concludersi. La situazione è ancora grave, in evoluzione, mancherebbero i presupposti e i tempi necessari per farlo nel modo migliore.

Fermare tutto per pensare alla nuova stagione

Un pessimismo misto a realismo, una analisi dei fatti oggettiva: "Ripartire da dove ci si è fermati per me è impossibile ad oggi, perché significherebbe terminare in piena estate, andando a incidere anche per la preparazione del prossimo. Poi ci sono le questioni economiche, con i club che credo preferiscano ripartire dall'anno prossimo piuttosto che contare nuove perdite"

Ci vogliono 20-30 giorni di allenamento

Per Pastore mancano i tempi tecnici: "Per ritornare a giocare abbiamo bisogno di 20-30 giorni da quando riprenderemo ad allenarci. Lo stiamo facendo anche adesso ma non basta: ognuno segue linee specifiche, i club non ci hanno lasciati soli nell'isolamento più totale, ognuno svolge esercizi e sedute particolari".

La pericolosità del virus

Il pensiero, più che al calcio giocato è verso la problematica d'emergenza sanitaria globale: "Girano tante informazioni sbagliate come il virus pericoloso solamente per gli anziani. In un paio di settimane è degenerato tutto, l'importante è stare a casa: abbiamo a che fare con un virus, è questo il messaggio"

Il futuro lontano da Roma

infine il futuro, lontano da Roma e dall'Italia: "Ho ancora due anni e mezzo di contratto e sono concentrato sulla Roma. Poi se tornerò a giocare in Argentina sarà solo per vestire la maglia dove tutto iniziò: il Talleres, mio paese natale"

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