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Onana si prende la porta, Skriniar la fascia da capitano: per Handanovic (e Inzaghi) ora si fa dura

La partita contro il Barcellona ha mostrato una doppia verità, da cui l’Inter ha il dovere di ripartire. Con il Sassuolo, la verifica se anche Simone Inzaghi l’avrà accettata fino in fondo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrè Onana si è preso la porta dell'Inter, in Champions League in occasione della vittoria contro il Barcellona, segnalata quale partita del possibile rilancio nerazzurro dopo le nubi a tempesta apparse a seguito delle quattro sconfitte consecutive in campionato. Milan Skriniar ha indossato la fascia da capitano, trascinando i compagni nei momenti più delicati e difficili della sfida. Samir Handanovic ha assistito dalla panchina e adesso per lui sarà molto più difficile riconquistare il campo.

Simone Inzaghi lo aveva detto, poi lo ha ribadito anche a fine partita di Champions League: "Ho due portieri importanti, sceglieremo come facciamo in altri ruoli", anticipando l'ennesima alternanza tra i pali con capitan Handanovic e Andrè Onana ancora sulla corda per scoprire chi sarà il prossimo titolare. Parole di circostanza? Forse, questa volta sì, sia per non smentire se stesso sia per dare un taglio all'argomento e godersi il momento del successo. Ma anche perché davanti ad un Onana così presente e una squadra così motivata da capitan Skriniar sarà difficile tornare a scelte iniziali.

Al di là del risultato e della vittoria, con polemiche feroci da parte dei catalani per alcuni episodi che restano dubbi (al di là di folli accuse espresse da Xavi durante e dopo il match), non si era ancora vista una squadra così coesa e votata alla causa nerazzurra. Da inizio stagione non era mai apparsa prima, né in Coppa né in campionato, e lo ha fatto nella notte di Champions che può dare la svolta e cambiare l'inerzia di una stagione incominciata in malo modo e tra tante critiche. In TV e sugli spalti di un San Siro gremito da 70 mila tifosi, la sensazione è stata subito di un qualcosa di differente visto in campo: approccio, motivazioni, sacrificio. Un "tutti per uno e uno per tutti" che mancava.

L'esultanza sotto la curva dei giocatori nerazzurri dopo la vittoria sul Barcellona
L'esultanza sotto la curva dei giocatori nerazzurri dopo la vittoria sul Barcellona

Ma cos'è cambiato per far sì che l'Inter di Simone Inzaghi riuscisse a trasformarsi in soli 90 minuti? Sono cambiate le scelte del tecnico che, unite al momento di superare la crisi, hanno fatto la differenza, racchiusa in due immagini precise: la presenza di Onana tra i pali e la fascia da capitano sul braccio di Skriniar. Tutto ciò che soli pochi istanti prima era racchiuso e identificato con un solo giocatore, Samir Handanovic, contro il Barcellona (e più in generale in Europa) seduto in panchina a osservare.

Ciò che desideravano i tifosi da tempo,  ciò che si augurava la stampa del settore, quello che si son detti Inzaghi e la dirigenza: ovvero quella che tutti si augurano essere una scelta definitiva che sembra essere positiva per il bene dell'Inter. La conclusione dell'alternanza tra i pali e l'identificazione nel centrale slovacco il nuovo punto di riferimento del gruppo. E non lo dice solo la pancia (e la rabbia) degli ultrà ma dati e numeri: anche contro la Roma, Handanovic era stato indicato quale tallone d'Achille di un'Inter verso il disarmo, dove sul banco degli imputati c'era lo stesso Inzaghi. È vero, 90 minuti non cambiano una stagione, ma ciò che si è visto contro il Barcellona è il punto da cui dover ripartire.

Andrè Onana non ha disputato la gara perfetta – il volo a vuoto sull'episodio più contestato del match ne è riprova –  ma si è dimostrato coraggioso, forse anche spavaldo spinto dalla voglia di mostrarsi al pubblico e ha fatto ciò che da tempo non si vede con Handanovic tra i pali: uscite in mezzo all'area, sicurezza con la palla tra i piedi, presenza tra i pali a gesti e parole verso i propri compagni.

Tutto ciò ha permesso soprattutto alla difesa di giocarsela con la serenità e la sicurezza necessaria per annichilire Lewandowski, frenare le giocate di Pedri, le incursioni di Raphina e i dribbling di Dembelè. E anche le parole di fine gara mostrano un portiere calato perfettamente nella parte: "Siamo una grande squadra, scendiamo sempre in campo per vincere. Poi sono gli Dei del calcio a decidere ma guardando le statistiche abbiamo meritato noi. Sono orgoglioso della squadra, sono contento perché era una vittoria che tutto il mondo Inter voleva. Il clean sheet è per tutti. Tifosi, difensori, centrocampisti. Per tutta l'Inter Spero ci dia la forza di andare avanti".

Il tutto anche grazie a capitan Skriniar che ha trascinato per primo i suoi a fare scudo nei momenti più difficili. Al centro di infinite chiacchiere di mercato, reduce da un lungo infortunio nel periodo estivo, sotto osservazione in questa prima parte di stagione assolutamente insufficiente, Milan Skriniar è apparso aver assorbito linfa vitale dalla fascia da capitano al braccio e così i suoi compagni che, finalmente, non hanno mai tolto la gamba per quasi cento minuti di partita. Ulteriore segnale forte e chiaro che anche Simone Inzaghi ha il dovere di valutare e da cui ripartire per dare certezze perse strada facendo. Con buona pace di capitan Handanovic e delle frasi di circostanza che tutti si aspettano vengano smentite già contro il Sassuolo.

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