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Nella telefonata di Koulibaly a Terry un imprevisto: “Mi ha attaccato il telefono in faccia”

Kalidou Koulibaly ha parlato di tutto durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale al Chelsea, a cominciare da un piccolo equivoco accaduto in occasione del dialogo con l’ex capitano-bandiera dei londinesi.
A cura di Maurizio De Santis
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Kalidou Koulibaly ha raccontato il retroscena della telefonata fatta a John Terry per chiedergli la maglia numero 26.
Kalidou Koulibaly ha raccontato il retroscena della telefonata fatta a John Terry per chiedergli la maglia numero 26.

Pensava fosse uno scherzo. Che dell'altra parte del filo ci fosse qualche buontempone. Quando John Terry ha sentito il cellulare squillare, ha risposto nonostante quel numero apparso sul display lo lasciasse perplesso. La voce di Kalidou Koulibaly che lo salutava e si presentava lo ha insospettito. E ha messo giù. Attaccato. Gli ha chiuso il telefono in faccia, come si dice in gergo.

A raccontare l'imprevisto accaduto è stato il difensore centrale senegalese. Nella conferenza stampa in Blues ha parlato di tutto: del suo rapporto con Napoli e il Napoli, di come considerasse ormai esaurito il ciclo in azzurro, dei contatti con il Chelsea che c'erano stati anche in passato ma allora non era il momento giusto, delle parole di De Laurentiis sulla Coppa d'Africa e sui calciatori del ‘continente nero' che non vuol più in squadra e del dialogo con l'ex capitano-bandiera dei londinesi.

La ricostruzione fatta da KK rivela il retroscena di quel gesto di grande umiltà che ha compiuto per una richiesta particolare: conservare la maglia numero 26 anche a Stamford Bridge dopo averla indossata per tanti anni tra le fila dei partenopei.

"Volevo sapere quali numeri erano ancora liberi. L'ho chiesto al team manager e mi ha incuriosito il fatto che tra tutti quelli citati non c'era il 26 – le parole di Koulibaly -. Sapevo che era appartenuto a John e che dal 2017 nessun calciatore lo aveva preso, così mi sono rivolto a Zola e mi ha raccontato la storia del Chelsea.

Gli ho fatto domande sul club, sulle strutture, sui tifosi e mi sono fatto dare anche il numero di cell. di Terry perché volevo parlargli della divisa".

Una divisa che da quelli parti è una sorta di totem proprio perché appartenuta all'ex calciatore, oggi 41enne e membro dello staff delle giovanili. La società non l'ha mai ufficialmente ritirata ma nessuno, finora, aveva ‘osato' prendere. Lo ha fatto il neo difensore, consapevole del peso e della grande responsabilità.

"All'inizio non credeva che fossi io – ha aggiunto l'ex partenopeo -. Pensava fosse uno scherzo. Così all'inizio ha messo giù il telefono e ha chiamato il team manager per chiedere se fossi davvero io. Dopo ci siamo risentiti e gli ho chiesto rispettosamente se potessi prendere il suo numero di maglia. So che è un numero molto importante per lui, ma lo è anche per me perché l'ho preso quando sono andato al Napoli e volevo tenerlo qui al Chelsea".

La chiosa di Koulibaly è nel corredo accessorio di un calciatore tanto forte in campo quanto umile e disposto al sacrificio in allenamento: "Quando mi ha detto di sì ero davvero felice, perché so cosa ha fatto per il club, i tifosi. Era molto importante chiederglielo prima di indossarlo. Volevo dire a tutti che gliel'ho chiesto prima di prenderlo, perché ci tengo a essere rispettoso con una leggenda nel club".

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