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Polveriera Napoli: Ancelotti resta, per ora, ma ci sarà un confronto diretto col club

Il pareggio a San Siro contro un Milan tutt’altro che irresistibile è stata l’ennesima prova che così non si può continuare. Der Laurentiis non seguirà la squadra nella trasferta di Liverpool: le distanze tra club e giocatori restano inalterate anche se tutti sanno che sarà obbligato un confronto diretto per salvare il salvabile.
A cura di Alessio Pediglieri
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Un punticino a San Siro, il classico ‘brodino' che non accontenta nessuno. Malgrado si trattasse comunque di una partita delicata, in campo nemico, contro una grande decaduta e ferita, l'1-1 contro il Milan ha fatto storcere il naso a molti, a Napoli. Un segnale – l'ennesimo – che qualcosa si sia definitivamente interrotto – se non rotto – in un progetto che aveva ambiziosi obiettivi trasformatisi nel giro di qualche settimana in semplici appuntamenti da calendario, da rispettare finchè non terminano.

L'aria resta pesante, la coltre di ripercussioni a lungo termine è evidente: il clima tra società e squadra è monsonico, ciclicamente sono previsti acquazzoni da qui a giugno, quando si scatenerà lo tsunami definitivo. La pace forzata – o armata – non sembra funzionare alla perfezione ma anche questo si sapeva. Eppure, ad ogni piccolo tentennamento, non mancano critiche, voci, speculazioni. Sui giocatori così come su Ancelotti, quasi quotidianamente sullo spiedo a rosolare.

La precaria posizione di Ancelotti

Il tecnico vive un momento delicatissimo: quando è scoppiato il caso ritiro ha preso le distanze per primo dalla decisione del club. Poi è stato seguito a ruota dai giocatori, infine è stato insignito da De Laurentiis quale terminale per risolvere l'intricata situazione. Nel mezzo, la fine dell'idillio con il club, dopo essere stato decantato quale acquisto migliore delle ultime estati. Adesso per Ancelotti ancora un nuovo ingrato compito: fare da collante, nolente o volente. Quanto ai tifosi, la maggior parte ne ha chiesto a gran voce l'esonero o raccomanda dimissioni.

  • Resterà ancora al timone degli azzurri? Per adesso sì ma nulla è da escludere, compresa la possibilità che sia lui stesso e il suo staff a gettare la spugna una volta preso atto che la squadra non lo segue più e la stessa dirigenza non ha più fiducia in lui. Chi può arrivare al suo posto? Da Gennaro Gattuso a Luciano Spalletti non mancano i nomi, compresa la suggestione Massimiliano Allegri (ipotesi proiettata più verso giugno che sull'immediato). Con AdL, però, mai dire mai. La situazione è tale che tutto può accadere.

DeLa non andrà a Liverpool con la squadra

Il presidente resta contrariato: non seguirà la squadra a Liverpool, non ha intenzione di stare vicino ai giocatori in un momento comunque topico della stagione. E soprattutto prepara una reazione durissima dal punto di vista sanzionatorio per la ribellione. La trasferta inglese sarà determinante nell'immediato ma per il patron conta di più un discorso a lungo termine. Così, le distanze verranno rispettate anche se è evidente che tutti sanno che sarà necessario un summit a breve per frenare il grosso dell'emorragia.

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In 3 settimane, la fine del sogno

Dal giorno della ‘rivolta' – il 5 novembre – sono passate un paio di settimane e poco più e tutto è cambiato in casa azzurra. Per uscire dal guado servirebbe un ulteriore confronto (al di quello che inevitabilmente arriverà per carte bollate) tra tutti i protagonisti di questa triste storia. C'è da salvare il salvabile e chiunque ne trarrebbe beneficio: affondare, lentamente nelle sabbie mobili non gioverebbe a nessuno. Dunque, la palla torna prepotentemente a chi dovrebbe fare da mediatore, Carlo Ancelotti, la cerniera tra club e gruppo. Perché riuscire a sancire una linea (seppur provvisoria) sarebbe fondamentale anche per il suo operato, fino a fine stagione.

Liverpool e fine stagione: c'è tutto da perdere

Per questo, con il Liverpool alle porte e la qualificazione agli ottavi ancora a portata di mano, a Napoli al momento tutto appare congelato: poche parole, tanti silenzi, troppe incomprensioni. De Laurentiis, al di là di quanto deciderà la società per tutelare i propri interessi, sarà obbligato ad un confronto diretto o con la squadra o con i suoi rappresentanti e con il tecnico: un vertice in cui sarà necessario che tutti facciano buon viso, al netto di sanzioni o appelli, di cessioni o esoneri. Il Napoli, prima di tutto e malgrado tutto.

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