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Messi era la sua riserva, oggi nessuno si ricorda più di lui: Pablo Vitti vende caffè

Alzi la mano chi si ricorda di Pablo Vitti: eppure un tempo Leo Messi era la sua riserva. Poi il calcio e la vita hanno deciso diversamente.
A cura di Paolo Fiorenza
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C'è stato un giorno in cui Pablo Vitti era il titolare e Leo Messi la sua riserva, un giorno in cui il campionissimo di Rosario si alzò dalla panchina quando il mister gli disse di entrare in campo e diede il cinque al suo compagno che usciva, preferitogli nelle gerarchie della squadra. Una preferenza che durò poco, pochissimo, perché Messi esplose in corso d'opera proprio durante quel Mondiale Under 20 che vide l'Argentina trionfare in Olanda. Era l'estate del 2005, il futuro Pallone d'Oro aveva appena compiuto 18 anni ma il suo talento era già scintillante, avendo esordito la stagione precedente nella prima squadra del Barcellona mostrando al mondo di cosa era capace.

Tuttavia l'allora tecnico federale Francisco Ferraro gli preferì nell'incontro d'esordio contro gli Stati Uniti il più esperto Vitti, di due anni più grande e che già giocava in pianta stabile nel Rosario Central nella massima serie argentina. Messi ci mise un attimo a ribaltare le cose, diventando lui titolare dopo essere subentrato quel giorno nel secondo tempo al posto di Vitti e finendo per consacrarsi capocannoniere del torneo con 6 reti.

Da allora le cose hanno preso direzioni molto diverse per i due giocatori: uno ha vinto sette Palloni d'Oro e tutto quello che poteva mettere in bacheca col Barcellona, riuscendo l'anno scorso anche a rompere il tabù con la maglia dell'Argentina trionfando in Copa America, l'altro ha avuto un'onesta carriera da mestierante del pallone tra squadre peruviane, messicane ed ecuadoriane, prima di ritirarsi a fine 2016 – ad appena 31 anni – dopo aver vestito la maglia del Veria in Grecia. Da quel Mondiale Sub 20 Vitti non avrebbe più indossato la camiseta della Nazionale argentina: le tre presenze nella competizione sono l'unica sua traccia con i colori albicelesti. Insomma la più classica delle promesse non mantenute.

"Sì, ho iniziato da titolare contro gli Stati Uniti e Leo era in panchina. Quell'aneddoto è un orgoglio e non passa mai di moda", ridacchia oggi Pablo Vitti quando gli si ricorda quel momento vissuto in Olanda 17 anni fa. E in panchina quel giorno non c'era solo Messi, ma anche Aguero, che a sua volta si sarebbe fatto largo nel corso del torneo fino al rigore decisivo conquistato nella finale contro la Nigeria. Molti avrebbero scommesso anche sul Muñeca Vitti, ma la stoffa era diversa e il pallone non sa mentire a lungo. Oggi il buon Pablo ha lasciato il mondo del calcio: possiede e gestisce una caffetteria nella sua città natale Rosario, la stessa di Messi. È uno degli unici due punti in comune con Leo: l'altro è quel giorno in cui pensò di essere lui il predestinato. La vita avrebbe detto altro.

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