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Lulic contro la Lazio, rabbia dell’eroe del 26 maggio: “Preso un calcio in c***, neanche un grazie”

Il nome di Senad Lulic rimarrà per sempre nella storia della Lazio ma il calciatore bosniaco, dopo un anno, ha parlato de modo in cui si è separato con la società capitolina.
A cura di Vito Lamorte
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Ci sono calciatori che entrano nella storia perché legati in maniera indissolubile ad alcuni momenti. Senad Lulic è uno di loro. Il calciatore bosniaco classe 1986 ha avuto la bravura, e la fortuna, di segnare un goal che ha scritto per sempre il suo nome nella storia della Lazio e dei derby di Roma ma il suo rapporto con il club capitolino non si è risolto nel migliore dei modi. Anzi.

Il 26 maggio 2012 è una data che rimarrà per sempre nella memoria dei supporter biancocelesti, con Lulic che firmò una pagina indelebile della stracittadina della Capitale: "Con i tifosi ci sarà sempre un legame, dirgli grazie è poco. Per quella vittoria non c’è rivincita. Eroe? Un po’ esagerato. Sono stato nel momento giusto al posto giusto, quel gol è l’immortalità calcistica".

In una lunga intervista al Corriere dello Sport ha lanciato un duro attacco alla società di Claudio Lotito ad un anno di distanza dall'addio ai colori biancocelesti: "Non avevo aspettative però mi aspettavo chiarezza. Pensavo che ci saremmo seduti per chiarire cosa fare. Ho provato rabbia, amarezza. Giochi l’ultima col Sassuolo e non sai cosa succederà, se resti o no. A marzo o aprile mi avrebbero potuto dire ‘Senad, vogliamo ringiovanire'. Non ci sarebbero stati problemi. È mancata chiarezza. Avrei continuato volentieri, 5 minuti dopo 10 anni potevano trovarsi. Invece sono partito per le vacanze e in vacanza sono rimasto".

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La delusione di Lulic si percepisce dalle sue parole: "Alla fine un bel calcio in c… Neanche un grazie. È questo che mi dà fastidio. Avevo dolori ovunque e ho giocato. Ma la gente lo vede…".

In merito alle sue condizioni fisiche dopo l'infortunio dell'inverno del 2020 l'ex calciatore ha dichiarato: “Quello di febbraio 2020 non è stato un infortunio ma un incidente. Tanta gente non lo sa o fa finta. Ho continuato a giocare con i dolori, non c’erano cambi. Dopo le infiltrazioni mi è venuta un’infezione dovuta ad un batterio. Mi sono dovuto operare tre volte, una a Roma e due in Svizzera”.

Si è parlato del fatto che Maurizio Sarri non lo ritenesse adatto al suo gioco ma Lulic esonera il tecnico napoletano dalle responsabilità, puntando il dito di nuovo contro la società: "Tare Il 30 giugno mi ha detto che non avremmo continuato insieme, che avrebbero preso un altro. Penso che la mia partenza fosse decisa. Nel calcio si dà la colpa agli altri. Alla fine è passata che fu Sarri a non volermi, ma non penso c’entri. Hanno ringiovanito, sì. Poi è arrivato Pedro nella squadra più vecchia della A".

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