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Luis Enrique salva un baby invasore e realizza il suo sogno, ma non piace a tutti: “Diseducativo”

Il ct della Spagna ha avuto un atteggiamento paterno e conciliante nei confronti del giovanissimo invasore di campo che ha commesso un’imprudenza perché voleva la maglia di Asensio. Quell’indulgenza ha sollevato critiche.
A cura di Maurizio De Santis
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Luis Enrique protegge il piccolo invasore di campo dagli steward che lo braccano. Ma quel bel gesto ha sollevato qualche critica.
Luis Enrique protegge il piccolo invasore di campo dagli steward che lo braccano. Ma quel bel gesto ha sollevato qualche critica.

Con le migliori intenzioni ma non esente da critiche. Il gesto compiuto da Luis Enrique è di quelli che dividono l'opinione pubblica tra chi ha un approccio indulgente e chi invece ritiene che le regole siano uguali per tutti. Anche se a trasgredirle, sia pure con innocente imprudenza, è un ragazzino. Anzi, proprio la giovane età – secondo molti – non può essere un'attenuante. L'incoscienza delle sue azioni lo ha portato a fare invasione di campo, provando a farsi beffe degli steward perché c'era una cosa che voleva a ogni costo: chiedere ad Asensio (calciatore del Real Madrid) che gli desse la maglia.

L'episodio è accaduto al termine della partita di Nations League che le Furie Rosse hanno giocato contro la Svizzera, mentre i calciatori si salutavano ed erano impegnati nel classico rituale dello scambio della maglietta. È stato allora che il tecnico iberico s'è distinto per aver evitato guai all'adolescente incauto e, cosa peggiore, di essere placcato dagli uomini della sicurezza che lo inseguivano sul rettangolo verde. Con destrezza e un cambio di direzione era anche riuscito a sfuggire alla presa ma se non è stato fermato con maniere brusche lo deve all'intervento del ct.

Quando ha capito in che situazione s'era cacciato e cosa sarebbe accaduto al giovanissimo tifoso, ha fatto un cenno a un suo collaboratore e insieme si messi davanti a lui. Hanno allargato le braccia, lo hanno invitato a rallentare e a fermarsi poi l'ex allenatore di Roma e Barcellona lo ha accarezzato e gli ha fatto da scudo. Allo steward che era giunto nei pressi della panchina della Spagna ha chiesto (e ottenuto) di lasciar perdere e allontanarsi, proteggendo il ragazzino che ormai non aveva più vie di fughe e sarebbe stato intercettato.

Lucho (è il soprannome con il quale è conosciuto il selezionatore spagnolo) ha avuto un atteggiamento paterno e conciliante: prima ha detto qualcosa al ragazzino (con ogni probabilità deve avergli spiegato che aveva commesso una sciocchezza) poi lo ha accompagnato da Marco Asensio. Il giocatore dei blancos gli ha sorriso e gli ha regalato la magli poi lo ha preso in braccio per portarlo in tribuna dai genitori.

Il ct della Spagna protegge il piccolo tifoso dagli agenti della sicurezza e chiede loro di lasciarlo andare.
Il ct della Spagna protegge il piccolo tifoso dagli agenti della sicurezza e chiede loro di lasciarlo andare.

Il lieto fine, però, a molti non è piaciuto ritenendo quell'approccio diseducativo. L'opinione condivisa da alcuni utenti su twitter ne riassume molte altre dello stesso tenore: "Non mi piace il messaggio che viene trasmesso. Così viene premiato chi infrange le regole. Puoi benissimo accompagnarlo nel tunnel degli spogliatoi e, non in pubblico, dargli la maglia. Capiamo tutti la passione di quel bambino perché l'abbiamo provata una volta, ma… saltare in campo, compromettere la sicurezza dello stadio, creare un momento di tensione non è bene".

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