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L’errore commesso in Juve-Salernitana è già successo prima: “Non ve ne siete accorti”

L’ex regista della Lega di Serie A Popi Bonnici svela il colpevole di quanto accaduto domenica sera in Juventus-Salernitana, è un singolo individuo: “Fallisce l’uomo, non dite che fallisce il VAR”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Errore della tecnologia o errore umano alla base della grave svista accaduta nei minuti finali di Juventus-Salernitana che è costata la vittoria ai bianconeri? Si è parlato del fallimento della Video Assistant Referee Technology, che – come il computer HAL in ‘2001: Odissea nello spazio' – si è rivoltata contro i suoi creatori, cancellando la decisione giusta presa sul campo dall'uomo (l'arbitro Marcenaro e l'assistente di linea). Il sistema è stato tradito da un punto cieco che ha nascosto al VAR Banti e all'AVAR Meli la presenza di Candreva che teneva in gioco di mezzo metro Bonucci sul tocco di testa in rete di Milik.

Assolti dunque secondo l'AIA, ma anche secondo il presidente federale Gravina, sia gli arbitri in campo, tratti in inganno dalla chiamata della sala VAR, che gli addetti all'assistenza video, che non disponevano dell'immagine decisiva, non presente tra quelle delle 5 telecamere (sul totale di 12 operanti domenica sera allo Stadium) che vengono usate per tracciare le linee utili a dirimere le situazioni di fuorigioco. Eppure quell'immagine ci doveva essere, prodotta proprio da una di quelle 5 telecamere fisse (le due presenti sulla linea delle porte, le due poste all'altezza dei 16 metri e quella piazzata sulla linea centrale del campo) e non dalla telecamera ‘tattica' a bassa risoluzione, usata dalla Lega a scopo didattico, che nel dopo partita ha fatto circolare il campo largo con la presenza di Candreva.

Le 12 telecamere usate per Juve-Salernitana, 5 quelle utili per il fuorigioco
Le 12 telecamere usate per Juve-Salernitana, 5 quelle utili per il fuorigioco

Se quell'immagine manca è colpa non di una falla del sistema VAR ma dell'errore di una persona: l'operatore addetto alla telecamera dei 16 metri. Lo spiega chiaramente Popi Bonnici, il regista coordinatore delle regie per la Lega Serie A dal 2015 al 2021, un super veterano del settore: "La regola era questa e la ripetevamo a ogni briefing prepartita: la telecamera dei 16 metri, quella che ha ripreso il gol in diretta, deve sempre inquadrare sia l'ultimo difendente che il primo attaccante. Proprio per essere sicuri di poter usare correttamente il VAR in caso di fuorigioco senza perdersi figure laterali. Io ho visto la posizione di Candreva al secondo replay e quindi vi dico che con quelle telecamere si poteva vedere. Ma è il mio occhio".

"A Torino domenica la telecamera non ha lavorato in modo corretto – dice Bonnici a Repubblica – Un peccato, perché questi errori costano decine di milioni di euro. Ma io non guardo i club, per me non è la Juventus, è la squadra A e la squadra B. Se era evitabile? Altroché. Quell'inquadratura deve essere sempre molto ampia. Abbiamo altre telecamere per stringere il campo visivo sull'area di rigore, quella va lasciata più ampia possibile. Ma queste cose quando si lavora alle riprese di una partita vanno ribadite sempre. E formare le persone che lavorano a seguire queste regole: un pilota d'aerei, per quante ore di volo abbia fatto, ripete sempre a ogni volo la check list".

La ricostruzione del VAR basata sulle immagini disponibili: campo troppo stretto
La ricostruzione del VAR basata sulle immagini disponibili: campo troppo stretto

Quando era lui il responsabile della regia per la Serie A, Bonnici aveva indicato questo obbligo tassativo in un protocollo sull'uso delle telecamere che era contenuto in un manuale per la produzione audiovisiva, ma lo ripeteva anche ad personam se necessario: "Ho richiamato più volte operatori che stringevano l'immagine dalle telecamere che dovevano invece restare larghe. Fino a due anni fa li chiamavo direttamente, se necessario scattavano anche meccanismi di richiamo scritto. Non è piacevole fare queste cose, ma sai che se il regista ti rimprovera un comportamento, la volta dopo non lo ripeti".

Il pericolo dunque non solo era noto ma anche temutissimo, e Bonnici svela che non è la prima volta che capita un episodio del genere: "No, anche quando seguivo la Lega Serie A per il controllo delle immagini è successo. Altre volte non ve ne siete accorti perché magari non è entrato in un episodio culminante, come in questo caso". In Juve-Salernitana c'è stato dunque l'errore dell'operatore ma non solo. Il regista non assolve gli addetti della sala VAR: "Se tu vedi che il guardalinee non fa una grinza e dà per buono il gol, vuoi farti venire il dubbio? Cerca il replay, e se non vedi tutto il campo cercane un altro. Se poi scegli le immagini per avvalorare un ragionamento che hai fatto tu guardando le immagini, sbagli. Ma fallisce l'uomo, non dite che fallisce il VAR".

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