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Leao costretto a chiedere scusa ai tifosi della Juventus: “Non era mia intenzione”

Rafael Leao ha chiesto scusa ai tifosi della Juventus per un gesto compiuto al termine del match tra bianconeri e Milan: era stato massacrato.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ormai è solo questione di giorni per l'annuncio ufficiale del rinnovo di Rafael Leao col Milan: dopo una lunga trattativa che va avanti da mesi, con alcuni momenti che avevano preoccupato i tifosi rossoneri, club e giocatore si sono accordati in maniera totale. Il 23enne portoghese firmerà un contratto fino al 2028, con un ingaggio di 5 milioni netti all'anno e una clausola rescissoria molto elevata di 175 milioni di euro. La comunicazione arriverà a campionato finito, per la gioia dei sostenitori del Diavolo, mentre nelle ultime ore l'ex Lille ha dovuto interloquire – suo malgrado – con quelli della Juventus.

Leao domenica sera ha giocato allo Stadium il match vinto dagli uomini di Pioli, tre punti che hanno dato ai rossoneri la matematica certezza di giocare la prossima Champions League, e dopo il fischio finale è finito in una polemica – poi diventata shitstorm sui social – per via di una foto che lo ritrae uscire dal campo a torso nudo con una maglia della Juve infilata nella parte anteriore dei pantaloncini, proprio davanti al pube.

Rafael Leao con la maglia della Juventus nei pantaloncini
Rafael Leao con la maglia della Juventus nei pantaloncini

Un gesto che è stato ritenuto gravemente offensivo da parte dei tifosi bianconeri, che non hanno lesinato di far sapere al portoghese cosa ne pensassero, al punto che Leao nella tarda serata di lunedì è stato costretto a intervenire in prima persona su Twitter per chiedere scusa: "Se qualche tifoso si è sentito mancato di rispetto per essermi infilato la maglia nei pantaloncini, mi scuso, non era mia intenzione trasmettere alcun tipo di mancanza di rispetto, anzi, rispetto tutte le istituzioni! Forza Milan. L'odio è davvero un danno".

La maglia che Leao aveva nei pantaloncini era quella di Federico Chiesa, con cui l'aveva scambiata al termine della partita: mettersela nel posto più comodo per portarla con sé negli spogliatoi gli era sembrato un gesto naturale, ma non aveva tenuto conto delle possibili conseguenze: tutto sistemato con le sue parole sincere.

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