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Mondiali in Qatar 2022

Lavoratori migranti sfruttati e maltrattati per i Mondiali: risarcimento record chiesto alla FIFA

La celebre organizzazione internazionale per i diritti umani ha attaccato duramente la Fifa in una lettera, firmata da altre nove associazioni, chiedendo un maxi risarcimento per tutti i lavoratori migranti sfruttati per le preparazioni in vista di Qatar 2022.
A cura di Enrico Scoccimarro
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La Fifa ha ricevuto una lettera firmata da ben 10 gruppi per i diritti umani, in cui viene esortata a risarcire le centinaia di migliaia di lavoratori migranti che hanno subito violazioni nelle preparazioni della prossima edizione della Coppa del mondo in Qatar. In particolare, la cifra proposta da versare è pari a 440 milioni di dollari, ovvero l'equivalente del montepremi della competizione mondiale.

La lettera aperta è stata sottoposta direttamente al presidente della Fifa Gianni Infantino, abbinata ad un rapporto di Amnesty International. I nove gruppi firmatari che si sono legati ad Amnesty sono esattamente Human Rights Watch, FairSquare, The Army of Survivors, Building and Wood Workers' International (BWI), Business & Human Rights Resource Center (BHRRC), Equidem, Football Supporters Europe (FSE), Independent Consiglio dei sostenitori Nord America (ISC) e Migrant-Rights.org.

Il presidente Fifa Gianni Infantino in compagnia dello sceicco dell'emirato qatariota Al Thani
Il presidente Fifa Gianni Infantino in compagnia dello sceicco dell'emirato qatariota Al Thani

Oltre ad essere la stessa somma del montepremi, il rapporto di Amnesty ha stimato che sarà probabilmente il minimo necessario per coprire la gamma dei costi di compensazione richiesti per sostenere le iniziative a tutela dei diritti dei lavoratori in futuro. Si calcola infatti che la cifra necessaria per rimborsare i salari non pagati, le tasse di assunzione estorsive pagate da centinaia di migliaia di lavoratori e l'indennizzo per infortuni e decessi, sia ancora più elevata: si raccomanda che costituisca anche la base di discussioni con i sindacati, le organizzazioni della società civile e il Organizzazione Internazionale del Lavoro. L'organo di governo è stato dunque esortato a collaborare con il Qatar per stabilire un programma di riparazione completo, assicurando anche che gli abusi non si ripetano, sia nello stato qatariota che per i prossimi tornei.

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Scritto da Agnes Callamard, segretario generale di Amnesty International, il documento infatti recita: "Data la storia di violazioni dei diritti umani nel Paese, la Fifa conosceva, o avrebbe dovuto conoscere, gli ovvi rischi per i lavoratori quando ha assegnato il torneo al Qatar. Nonostante ciò – prosegue la lettera – non c'è stata una sola menzione di lavoratori o diritti umani nella sua valutazione dell'offerta del Qatar e non sono state poste condizioni sulle tutele del lavoro. Da allora la Fifa ha fatto troppo poco per prevenire o mitigare tali rischi". La lettera continua con toni molto duri e aspri nei confronti della federazione di calcio internazionale, riferendosi alle cause che hanno portato allo sfruttamento dei lavoratori: "Chiudendo un occhio sulle prevedibili violazioni dei diritti umani e non riuscendo a fermarle, la Fifa ha indiscutibilmente contribuito al diffuso abuso dei lavoratori migranti coinvolti in progetti legati alla Coppa del Mondo in Qatar, ben oltre gli stadi e gli hotel ufficiali".

Striscione esposto da attivisti di Amnesty International sull'edificio della sede della federazione calcistica francese che recita: "Migliaia sono morti in Qatar e la federazione calcistica non ha detto una parola".
Striscione esposto da attivisti di Amnesty International sull'edificio della sede della federazione calcistica francese che recita: "Migliaia sono morti in Qatar e la federazione calcistica non ha detto una parola".

L'ingente cifra tuttavia, in confronto alle entrate che la Fifa otterrà al termine della competizione, è ampiamente bassa e gestibile. E questo Amnesty lo sa bene e ci tiene a rimarcarlo, facendo pressione soprattutto sul regolamento Fifa: "Secondo il diritto internazionale e il regolamento della stessa Fifa, sia il Qatar che la federazione hanno rispettivamente obblighi e responsabilità per prevenire le violazioni dei diritti umani e fornire rimedi alle vittime. Il fondo di risanamento richiesto da Amnesty International e altri è del tutto giustificabile data la portata degli abusi subiti e rappresenta una piccola frazione dei 6 miliardi di dollari di entrate che la Fifa realizzerà dal torneo".

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