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L’adolescenza di Evra è stato un inferno: “Mangiavo cibo dalla spazzatura e vendevo droga”

“Il calcio mi ha salvato”, Patrice Evra si racconta in un’intervista alla BBC. Ha trovato un gancio in mezzo al cielo e ci si è aggrappato con tutte le sue forse. Ci sono cose che non dimenticherà mai, l’hanno segnato nel profondo, gli hanno fatto male davvero durante un’adolescenza difficile.
A cura di Maurizio De Santis
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Patrice Evra ha raccontato il lato oscuro della propria vita in un'intervista alla BBC.
Patrice Evra ha raccontato il lato oscuro della propria vita in un'intervista alla BBC.

Ha venduto droga, mangiato cibo gettato nella spazzatura, subito abusi sessuali. Patrice Evra è sceso all'inferno e ci ha vissuto per anni, s'era abituato anche alla faccia del diavolo. Nemmeno quella gli faceva abbastanza impressione. Una situazione familiare difficile e la "scuola" della strada gli hanno insegnato l'arte della sopravvivenza, il "morte tua, vita mea" o "meglio a te che a me", a prendere tutto e subito, a lottare ed escogitare qualsiasi espediente. E poco importa che la promiscuità dei traffici indiscriminati ha rischiato di metterlo in guai seri.

Non aveva scelta, doveva resistere e sperare in una buona occasione. Arrivò quando aveva 17 anni e lo trascinò via da quella bolgia di amicizie pericolose, persone senza scrupoli: il calcio fu una via d'uscita, il salvagente che la sorte gli aveva lanciato per non affondare. Marsala e Monza in Italia gli diedero un'opportunità e lui la colse al volo come solo può fare chi ha conosciuto i morsi della fame e ha imparato a farsi bastare pane e veleno per andare avanti. "Il calcio mi ha salvato. Ricordo che entrai nella mia stanza e c'era una tuta. Ho chiamato mia madre e le ho detto: Questo è il paradiso – ha rivelato alla BBC -. Le persone ci servono da mangiare e noi abbiamo due forchette da un lato e due coltelli dall'altro". 

In Italia Evra ha indossato le maglie di Marsala, Monza e Juventus.
In Italia Evra ha indossato le maglie di Marsala, Monza e Juventus.

Da lì spiccò il volo: Nizza, Monaco, Manchester United, Juventus, Marsiglia e West Ham United le squadre nelle quali ha giocato e vinto tutto, dai campionati fino al Mondiale per Club e alla Coppa Intercontinentale. Oggi Evra ha 40 anni, ha smesso di giocare nel 2018. Nel baule dei ricordi ha conservato ogni cosa, dentro di sé c'è un angolo particolare dove sono stipate le emozioni di una vita. Tutte, siano belle o brutte. "Quando mio padre ci ha lasciati è stato il caos. Avevo 13 anni… prima di giocare al calcio ho venduto droga, chiesto l'elemosina davanti negozi. E quando verso la mezzanotte buttavano i Big Mac freddi, andavo a rovistare nella spazzatura per recuperarli e mangiare. Per me questo era normale". 

Patrice Era oggi ha 40 anni e dal 2018 ha appeso le scarpette al chiodo.
Patrice Era oggi ha 40 anni e dal 2018 ha appeso le scarpette al chiodo.

Evra ce l'ha fatta. Ha trovato un gancio in mezzo al cielo e ci si è aggrappato con tutte le sue forse. Ci sono cose che non dimenticherà mai, l'hanno segnato nel profondo, gli hanno fatto male davvero. Nella sua adolescenza è successo anche di peggio. "Essere abusato sessualmente a 13 anni ha avuto un impatto devastante sulla mia vita. Ti vergogni di te stesso. E non credi più in niente e a nessuno – ha aggiunto l'ex calciatore -. Fu un insegnante ad abusare di me e questo ti porta a non fidarti più, a non riconoscere l'autorità".

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