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La Turchia si arrende, stop al campionato per il Coronavirus

Anche la Turchia dichiara lo stop ai campionati professionistici. L’emergenza Coronavirus ha portato la Federazione a sospendere il torneo dietro le forti pressioni dei calciatori e di alcuni club, oltre alla presa di posizione della FifPro (il sindacato mondiale dei giocatori). A comunicare lo stop è stato lo stesso ministro dello Sport, Muharrem Kasapoglu.
A cura di Maurizio De Santis
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Stop ai campionati professionistici anche in Turchia a causa dell'emergenza Coronavirus. La decisione è ufficiale e arriva in ritardo rispetto ad altre leghe europee, una scelta caldeggiata nei giorni scorsi dai calciatori e rimandata dalla Federazione. Lo sviluppo della pandemia che ha contagiato l'Europa ha sollevato le proteste dei tesserati, in modo particolare di quei giocatori stranieri. Obi Mikel s'era rifiutato di andare in campo, rescindendo il contratto con il Trabzonspor.

La vita viene prima del calcio – aveva scritto sui social il calciatore nigeriano -. Non sono calmo e non voglio continuare a giocare in questa situazione. Tutti dovremmo essere a casa con le nostre famiglie in un momento così critico. La stagione dovrebbe essere annullata.

A comunicare la "serrata" è stato lo stesso ministro dello Sport Muharrem Kasapoglu, lo stesso governo nulla ha potuto rispetto alle stesse pressioni internazionali considerato il momento difficile che sta attraversando il "vecchio continente" per la diffusione virale del Covid-19. La FIFPro (il sindacato mondiale dei giocatori) aveva preso una posizione molto forte nei confronti della federazione turca. Lo aveva fatto attraverso una lettera pubblicata anche sui social netwrk nella quale veniva chiesto alla SuperLig (la Serie A turca) di fermarsi per tutelare la sicurezza e la salute dei calciatori.

La FIFPro ha scritto alla SuperLig turca e alla federazione – si legge nella lettera ufficiale del sindacato dei calciatori – chiedendo loro di riconsiderare urgentemente la decisione di continuare a giocare partite e allenamenti in questo periodo particolarmente pericoloso per la diffusione del Coronavirus. Numerosi calciatori stranieri ci hanno contattato denunciando tutto il loro disagio e il loro timore nell'andare in campo in una situazione del genere.

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