La rivincita di Lukaku: “Eravamo troppo poveri per guardare la Champions, ora mi gioco la finale”
Romelu Lukaku si è ripreso l'Inter con grinta e forza, le caratteristiche che lo avevano incoronato come re assoluto di Milano nell'anno dello Scudetto. Dal suo ritorno in campo è stato il trascinatore dei nerazzurri ed è pronto a giocarsi la sua prima finale di Champions League, l'appuntamento più importante dell'intera stagione.
L'Inter affronterà il Manchester City a Istanbul sperando di coronare con una coppa il grande percorso europeo vissuto in questa edizione, pieno di insidie che la squadra è riuscita a superare compattandosi nei momenti più importanti. Lukaku si giocherà una maglia con Dzeko per il posto da titolare, ma anche partendo dalla panchina la finale per lui rappresenta la chiusura del cerchio, il raggiungimento di un riscatto atteso da troppi anni.
In un'intervista alla CNN il belga si è lasciato andare partendo dalla stagione vissuta con i nerazzurri e procedendo a ritroso fino ad arrivare alla sua infanzia, segnata dalla morte del nonno al quale era legato. Lukaku non ha vissuto una vita semplice da bambino: dopo il ritiro del padre, anche lui calciatore, la sua famiglia si è trovata in grandi difficoltà economiche.
In una lettera scritta per The Players' Tribune nel 2018 l'attaccante ha ricordato di quando la madre allungava il latte con l'acqua, così da far durare la confezione più a lungo per lui e i suoi fratelli. Il suo sogno è stato sempre quello di giocare a calcio, ma raramente riusciva a seguire lo sport in tv perché la sua famiglia non poteva permettersi l'abbonamento ai canali a pagamento.
Nella lettera di cinque anni fa ha raccontato un episodio particolare: "Sai cosa c'è di divertente? Mi sono perso 10 anni di Champions League da bambino. Andavo a scuola e tutti i bambini parlavano della finale e non avevo idea di cosa fosse successo. Ricordo che nel 2002, quando il Real Madrid giocò contro il Leverkusen, tutti dicevano: "Il tiro al volo! Oh mio Dio, il tiro al volo!". Ho dovuto fingere di sapere di cosa stavano parlando".
L'unico modo per seguire la Champions era attraverso i computer della scuola, di nascosto dagli insegnanti: "Due settimane dopo, eravamo seduti a lezione di informatica, e uno dei miei amici ha scaricato il video da Internet e finalmente ho visto Zidane colpire il pallone nell'angolo in alto con il mancino".
Nell'intervista alla CNN Lukaku ha riportato alla mente quell'episodio, sottolineando con orgoglio i grandi passi in avanti compiuti nella sua vita: "Non ho potuto guardare la finale di Champions League, ma ora, per grazia di Dio, posso giocarne una". Il bambino che non poteva guardare la Champions adesso si giocherà il tutto per tutto per vincere il titolo, una rivincita che è arrivata dopo anni di sacrifici e duro lavoro.