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La domanda diabolica di Mourinho in diretta: “Che ha fatto la Fiorentina?”. È la sua rivincita

Le prime parole di Mourinho nell’intervista post Roma-HJK sono per la Fiorentina: “Cosa ha fatto?”. Una mossa strategica tipica dello Special One, che ha voluto far arrivare un messaggio senza dirlo apertamente.
A cura di Alessio Morra
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La Roma all'Olimpico ha ottenuto il primo successo in Europa League di questa stagione. L'HJK Helsinki è stato sconfitto per 3-0. I gol di Dybala, Pellegrini e Belotti rilanciano i giallorossi che hanno anche salvato un po' la faccia all'Italia del calcio, che nel giovedì di coppe ha incassato due sconfitte pesantissime, con Lazio e Fiorentina. Nel dopo partita José Mourinho, nel suo stile, ha tirato le orecchie al Gallo, ma prima di rispondere alle domande di Sky ha posto lui stesso un quesito: al giornalista Paolo Assogna, inviato all'Olimpico, ha chiesto il risultato della Fiorentina in Conference League. Quella domanda è diventata in breve tempo virale e ha creato tantissime discussioni, non solo sui social.

Pareva dovesse essere un dopo partita tranquillo, ma Mourinho ci ha messo un po' di pepe facendo una domanda diventata poi virale e stracondivisa sui social: "Cosa ha fatto la Fiorentina?". Alla risposta del giornalista, Mourinho ha proseguito: "Ha perso? In Turchia?". Il tutto accompagnato da un'espressione a metà tra dispiacere e astuzia. Poi si è velocemente andati avanti e si è discusso della partita con i finlandesi, in cui Dybala ha mostrato il suo talento e ha fatto capire ancora una volta di essere ampiamente al centro del progetto della Roma.

Quella domanda di Mourinho con il passare delle ore è diventata un argomento di discussione e ha creato degli interrogativi. Lo Special One non ha detto null'altro relativamente a quella questione che aveva posto, ma il non detto di Mou vale molto di più. Perché chiedendo il risultato dei viola – il tecnico probabilmente sapeva già che la Fiorentina era stata sconfitta 3-0 dall'Istanbul Basaksehir – e ponendo l'attenzione sul risultato ha implicitamente voluto far capire ulteriormente quanto è stato difficile giocare e vincere la Conference League.

Così il tecnico romanista ha ribadito un concetto che già nella passata stagione aveva cercato di far passare in più di un'occasione, in risposta a critiche e i tentativi di sminuire il trionfo della Roma. Lo scorso aprile prima della semifinale d'andata con il Leicester per esempio disse: "Abbiamo giocato tanto in Europa, abbiamo viaggiato tanto, sofferto e pagato, giocando in campionato ogni tre giorni. Questo succede quando giochi il giovedì e poi la domenica o il lunedì".

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Mourinho ha voluto dare ulteriore peso al trionfo continentale della sua squadra, e ha voluto dare ulteriore legittimità al percorso fatto dalla Roma nella passata stagione, che disputando 15 partite è riuscita a conquistare un trofeo importante. La Conference League non presenta al via le big d'Europa, come Real Madrid, Bayern Monaco o Manchester City, ma non è una manifestazione agevole da disputare. Mourinho lo sa bene, al di là delle difficoltà della Fiorentina, che ha ottenuto un solo punto in due partite: ha pareggiato in casa con il Riga e ha perso 3-0 in Turchia. Con quella domanda Mourinho ha cercato di far capire a tutti coloro che avevano detto che era ‘semplice' vincere la Conference che conquistare quel titolo così facile non lo era.

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