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La confessione di Calvarese su Cuadrado è da arbitro ferito: “Purtroppo è uno di quei giocatori”

L’ex arbitro, Gianpaolo Calvarese, ha chiuso la carriera con Juventus-Inter e una direzione di gara caratterizzata da forti polemiche per errori gravi commessi nella valutazione di alcuni episodi chiave del match. In occasione dell’incontro di questa sera a San Siro torna sulla partita dell’anno scorso e ammette: “È stata la più difficile della mia carriera”. E dà un giudizio anche su Orsato.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ultima volta che Inter e Juventus si sono incontrate in campionato hanno lasciato sul campo la coda avvelenata di polemiche per l'arbitraggio di Gianpaolo Calvarese e biasimo per l'atteggiamento di Cuadrado, protagonista di uno degli episodi chiave del match. Ovvero, il calcio di rigore procurato grazie a un'evidente simulazione, fischiato dal direttore di gara che non ebbe alcun dubbio e non andò a rivedere la dinamica dell'azione al Var. E quello non fu nemmeno l'unico errore. Certamente il più evidente ma s'innestò su una gestione complessiva del match deficitaria.

Le immagini di quanto accaduto fecero il giro del mondo, in Inghilterra addirittura i telecronisti si abbandonarono a risate e ilarità. Non credevano ai loro occhi. Non credevano come fosse possibile assegnare un penalty assolutamente inesistente, per giunta senza l'ausilio della moviola sul rettangolo verde. Se fosse andato alla on-field-review, considerata anche la distanza dal punto del contatto e una visuale sicuramente non ottimale rispetto alla posizione dei calciatori coinvolti, si sarebbe accorto della furbata del colombiano e dell'assoluta innocenza di Perisic che subisce il contatto, non lo provoca né è responsabile diretto.

"Vai alla moviola, perché non vai alla moviola?", gli disse Handanovic in quella serata ingarbugliata, difficile, sbagliata per il l'arbitro apparso in confusione totale nella valutazione dei momenti topici dell'incontro. Finì 3-2 per i bianconeri che misero in cassaforte tre punti pesantissimi, decisivi (come il pareggio flop del Napoli in casa con il Verona) nella corsa al quarto posto e alla qualificazione in Champions.

Da quel Juventus-Inter è finita l'esperienza di Calvarese in Serie A: fu una decisione a sorpresa maturata in base a una motivazione tutt'altro che tecnica o di natura disciplinare. Questioni di lavoro e di conflitto d'interesse a causa di un'azienda familiare che produce integratori sportivi. È passato dal campo alla scrivania, oggi è lui a commentare e ad analizzare negli studi di Amazon Prime Video i casi da moviola delle partite di Champions.

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A distanza di cinque mesi da quella serata da dimenticare, Calvarese ne parla con rammarico in occasione del posticipo Inter-Juventus. Passa una mano sulla coscienza, fa un sospiro e cosparge il capo di cenere. Una confessione e un'ammissione di colpa al tempo stesso, le fa nell'intervista rilasciata al quotidiano abruzzese Il Centro. Lui come Orsato ma attraverso un mezzo (la TV) e una platea (gli spettatori della Rai) differenti. Entrambi accomunati dalla direzione di gara di Inter e Juventus: per l'uno la pietra dello scandalo fu (anche) Cuadrado, per l'altro fu Pjanic (per il fallo su Rafinha che avrebbe meritato ammonizione ed espulsione per somma di gialli)

È stata la più difficile della mia carriera – ha ammesso Calavrese -. Avrei potuto gestirla meglio e me ne rammarico ma era davvero complicata. Purtroppo Cuadrado è un calciatore difficilissimo da arbitrare. Fa parte di quei giocatori che sono di difficilissima lettura.

Ironia della sorte, come Calvarese allora, è finito nel mirino l'ex collega Orsato nella bufera anche per un'interpretazione del regolamento del tutto sbagliata. È successo ancora una volta contro la Juventus ma al cospetto di un avversario diverso: la Roma e il caso del mancato vantaggio su rigore fischiato in favore dei giallorossi, annullando la rete di Abraham.

Orsato non era sereno ma non per colpa sua – ha aggiunto Calvarese -. Fischiare precipitosamente un rigore che c’è, non è un errore grave. Daniele ha sbagliato a parlare nell’intervallo, il problema è che qualcuno più in alto dovrebbe spiegare evitando così che siano gli arbitri stessi a difendersi come ha fatto Orsato negli spogliatoi.

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