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Italia inginocchiata, la scelta è dei calciatori: “Ne abbiamo parlato e sono liberi”

In occasione di Italia-Galles a catalizzare l’attenzione è stato anche quanto accaduto prima del fischio d’inizio, quando solo 5 giocatori dell’Italia si sono inginocchiati per il Black Lives Matter. Una situazione che ha fatto discutere sui social, e su cui è intervenuto anche il presidente della Figc Gabriele Gravina.
A cura di Marco Beltrami
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Contro il Galles l'Italia ha conquistato la terza vittoria in altrettante gare agli Europei, qualificandosi agli ottavi da prima della classe a punteggio pieno. In occasione del match contro Bale e compagni a catalizzare l'attenzione è stato anche quanto accaduto prima del fischio d'inizio, quando solo 5 giocatori dell'Italia si sono inginocchiati per il Black Lives Matter. Una situazione che ha fatto discutere sui social, e su cui è intervenuto anche il presidente della Figc Gabriele Gravina.

Mentre tutti i giocatori del Galles si sono inginocchiati, sono stati solo 5 quelli dell'Italia che si sono genuflessi. Si tratta di Toloi, Emerson Palmieri, Pessina, Bernardeschi e Belotti, mentre i compagni di squadra hanno preferito restare in piedi. L'immagine della Nazionale inginocchiata a metà ha fatto il giro del mondo, e discutere. Il gesto che spesso e volentieri abbiamo visto sui campi di calcio, è un segno di solidarietà al movimento Black Lives Matter, impegnato nella lotta contro ogni forma di discriminazione razziale.

L'Uefa ha lasciato libera nazionali e giocatori senza imporre la "genuflessione" e così, se molte squadre come l'Inghilterra e il Galles hanno deciso inginocchiarsi, altre hanno preferito evitare. Curioso invece il caso dell'Italia, praticamente spaccata a metà. Sulla vicenda si è espresso il presidente della Figc Gabriele Gravina che ha gettato acqua sul fuoco: "I giocatori inginocchiati? Ognuno dimostra, attraverso le sue sensibilità, più o meno tangibili, le sue convinzioni".

Il numero uno del calcio italiano ha spiegato quanto accaduto, sottolineando che il fatto di essere rimasti in piedi non vuol dire la mancata condivisione della "battaglia" portata avanti dal Black Lives Matter, anzi: "Noi come Federazione poniamo in essere ogni attività contro ogni forma di razzismo. Questo non può essere frutto di una politica federale da imporre. Con i ragazzi ne abbiamo parlato, sapevamo che il Galles, come previsto dal protocollo pre-gara, metteva in atto quella dimostrazione. Alcuni ragazzi lo hanno voluto seguire, altri hanno semplicemente applaudito, come il pubblico. Massimo rispetto per tutte le forme di espressione – conclude -. Lasceremo liberi i nostri ragazzi di esprimere la loro sensibilità".

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